Stefano Landi: 'Il mercato libero puo' salvarci'

Stefano Landi: 'Il mercato libero puo' salvarci'

Se vi sembra paradossale che il proprietario della squadra che manda più spesso in campo giocatori italiani proponga un mercato libero da vincoli di passaporti, allora non conoscete Stefano Landi. Presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia, imprenditore di successo, Landi propone una rivoluzione di stampo manageriale per salvare il basket Quello stesso basket dove laReggia-na oggi brilla grazie a Cinciarini, Cervi, Della Valle, Mussini, Polonara. E con il solo Diener come americano.

GIOVANI. «Quando sono entrato nella Reggiana, alla fine degli anni 90, avevo già trovato una grande sensibilità per il settore giovanile, che poi si è tradotta in investimenti. La gestione dei ragazzi di oggi è coerente con questa tradizione. Gli italiani in serie A giocano poco? In effetti costano di più rispetto agli extracomunitari, perchè per regolamento "devono" essere in formazione. Ecco, non credo che le squadre si costruiscano con i passaporti, anzi Io sono per un mercato libero da vincoli di nazionalità: un giocatore deve costare per quello che effettivamente vale e non per il suo passaporto. Detta proprio da me, credo che questa opinione abbia un certo valore... Noi puntiamo sui nostri atleti perchè destiniamo una parte del budget al settore giovanile: molte al-4je società non lo fanno. Dovrebbero poi esserci dei premi per chi investe sui giovani, senza però obblighi».-"

STOP ALLE RETROCESSIONI. «Il livello del nostro basket è basso? Dobbiamo migliorare il prodotto, la qualità. Oltre ad un mercato libero, io sono convinto che una formula senza retrocessioni permetterebbe ai club di pianificare meglio il loro futuro, e allo stesso tempo favorirebbe l'inserimento degli italiani Spesso, dopo appena due giornate, si inizia a leggere che alcune società stanno per chiudere. E questo è un danno clamoroso per tutto il movimento. Serve un controllo a monte. La Comtec è un meccanismo da rivedere. E poi serve una Lega forte, che faccia della valutazioni oggettive per capire la solidità di un club. Aumentando la cifre dellefideiussioniperriscrizioneai campionati»

TV SENZA ACQUIRENTI. "E un problema difficile da risolvere. Partiamo dal presupposto che il prodotto potrebbe essere di alto livello. Ma nessuno celo compra... Di certo in questi ultimi anni non c'è mai stata una corsa per acquisire i diritti Tv. Per fare in modo che il nostro basket sia richiesto, bisogna investire. E poi rivedere la maniera di gestire gli orari della gare in tv: non esiste che cambino così spesso».

UN CAPO FORTE. «Facciamo una Lega forte, con club economicamente forti. Come viene gestita ora? Io non ne faccio una questione personale con il presidente Marino. E non posso dare giudizi precisi sul suo operato, non vivendo da vicino la vita della Lega (il compito è affidato aU'amministratore delegato Alessandro Dalla Salda, l'uomo che è dietro tutti gli ultimi successi di Reggio Emilia ndr). Ma parto da un presupposto: i risultati oggi non ci sono. Marino ha preso in mano la situazione a giugno, e prima di gettargli la croce addosso voglio aspettare. Di tempo non ne abbiamo. Oggi ci sono 16 società che vogliono partecipare in modo troppo diretto alla vita della Lega: se tutti intervengono, non si uscirà mai da questa situazione. Serve un capo, una persona capace che abbia una delega da parte di ogni squadra per almeno 2,3 anni. E che i club facciano un passo indietro per lasciarla lavorare».

Andrea Barocci