Giovanni Perdichizzi: lo sceriffo che vuol far brillare la stella...del sud

25.10.2010 14:41 di  Matteo Marrello   vedi letture
Fonte: www.repubblica.it
lo 'sceriffo' Giovanni Perdichizzi
lo 'sceriffo' Giovanni Perdichizzi

BRINDISI - Il termine d'obbligo, da queste parti, è "esaurito". Lo è il palasport, per cominciare, e tutto quel che ci ruota attorno. Per la prima partita in casa del ritorno in Serie A, 28 anni dopo l'ultima volta, il 99.1% dei 3524 seggiolini del palasport è risultato venduto in abbonamento. Tutto esaurito, quindi. Esauriti sono anche i brindisini, prima per arrivare all'impianto dopo lunghe code, parcheggiare, entrare e trovare posto nel PalaPentassuglia che s'è cercato di rendere a norma per la Serie A. Alcuni miracoli sono riusciti, per altri ci si deve attrezzare. Nel frattempo, s'è battuta la Virtus Bologna, ed alla fine resta questa la notizia più importante. La sberla di Roma, per la matricola Enel, era stata robusta. Ma non potendo considerare quelli due punti persi, per la disparità dei valori in campo, questi sono invece due punti guadagnati. "E' una vittoria pesante, di fatto senza poter contare su Monroe e con Lang ancora non ben inserito. Ed anche se li avessimo avuti al meglio, a Roma avremmo perso ugualmente, magari un po' meglio, se c'è il meglio in una sconfitta" dice Giovanni Perdichizzi, siciliano trapiantato in Puglia da quasi tre anni e senza alcuna crisi di rigetto.

E dire, Perdichizzi, che ieri sarebbe potuto anche sedere sull'altra panchina.
"Due anni e mezzo fa Brindisi perse a Sant'Antimo, la sera stessa decisero di cambiare allenatore, mi chiamarono, trovammo l'accordo e già per il giorno dopo era stata fissata la conferenza stampa di presentazione".
Invece?
"Invece mi sveglio il lunedì per partire e trovo un messaggio: "Chiama subito Claudio Sabatini, ti vuole alla Virtus. Questo è il numero". Lo faccio e mi spiega perché hanno deciso di puntare su di me, deciso pure loro di cambiare allenatore, Pillastrini. Ringraziai, spiegando che proprio la notte prima avevo firmato per Brindisi".
Tutto risolto, quindi.
"Per nulla. Sabatini non si arrese, offrì gratis a Brindisi Lestini (un'ala in forza alla Virtus) in cambio della liberatoria per me. Mi chiamò non solo quante volte, durante il mio viaggio dalla Sicilia. Brindisi mi voleva far causa, Sabatini ripeteva, quando ero quasi arrivato, "tiri diritto con quell'auto, Perdichizzi, tanto lì prendono un altro...".
Chissà se dopo tre anni sarebbe ancora a Bologna, oggi. Di certo è a Brindisi, riportata in A. Lei è noto per metodi un po' rudi ed insofferenza latente, anche per questo "Sceriffo", come la chiamano. Se uno non va, preme il grilletto. Ma ottenuto il patrimonio della massima categoria è un po' più paziente col bel gruppo messo assieme?
"Io sono esigente tra le mura della palestra. Fuori, sono il primo alleato dei ragazzi. Il dispendio di risorse ed energie è elevato, dal club e dallo staff. Così dai giocatori esigiamo una risposta congrua. Se lo fanno, li difenderò sempre a spada tratta. Coi giornali litigo io, ma i ragazzi ne devono restare fuori".
Chris Monroe è la vostra guardia titolare, gli è stata diagnosticata una problematica al ginocchio alla vigilia della partita con la Virtus. Ha chiesto di giocare ugualmente, sono stati sei minuti di sacrificio. Si fece male in prestagione, ora lo perdete due mesi, non potevate fermarlo prima?
"Non entro nella questione medica. Da oggi Chris lavorerà solo in piscina e col fisioterapista, per far riassorbire l'edema che gli ha provocato la sofferenza ossea al ginocchio sinistro. Lo valuteremo a fine novembre, resta con noi, lo attendo di nuovo al top a metà dicembre".
Mercoledì, per questi due mesi, arriva Anthony Roberson (27, 1.88), spiccioli di NBA da girovago, l'anno scorso secondo miglior realizzatore in Francia a 18.5 punti di media. Diverso da Monroe. Perché lui?
"Era il migliore tra quelli liberi, conosce l'Europa (ha giocato anche in Israele e Turchia) e questo accorcia i tempi d'inserimento. L'ho visto alle Summer League americane, è più tiratore di Monroe ma meno fisico, può giocare anche da play, puntellando il ruolo con Dixon, Giovacchini e Maresca che ci ha dimostrato di poter essere affidabile. E possono giocare anche assieme".
In estate avevate scelto Eric Williams, centro di stazza imponente. Poi sono emerse problematiche, lo avete tagliato, è arrivato da poco Lang, lungo però ben più esile. Ma Brindisi è la migliore di tutte a rimbalzo.
"La chiave è quello che ci portano le ali: Diawara è atleticamente dominante, Bavcic e Radulovic hanno braccia lunghe. Il rimbalzo è un lavoro di squadra e, perso Williams, tutti hanno fatto un passo avanti".
Parliamo di Diawara, prezzo pregiato e costoso del vostro mercato: l'opinione è che sia ancora più dominante utilizzato in ala forte. Ma lei lo usa da ala piccola.
"E' un'opzione che esiste, ma mi tengo di scorta. Le traversìe del precampionato mi hanno consigliato di far assestare altri giocatori in certi ruoli, per aver chiarezza su compiti e gerarchie. Più avanti, quando saremo tutti, inseriremo altre cose, compreso l'uso di Diawara in ala forte".
I migliori a rimbalzo, i peggiori ai liberi, col 63%: sarà una carenza cronica?
"No, una coincidenza. Contro Bologna li ha sbagliati Radulovic, che di solito è freddo, poi Bavcic e Diawara, che avevano speso molto ed erano stanchi. Poi i liberi sono difficilmente allenabili perché le condizioni di tensione di un finale di gara non sono riproducibili in allenamento. In più sono convinto che domenica i canestri fossero più alti di due centimetri per via dello spessore del nuovo parquet. Li faremo misurare".
Battuta la Virtus, elogiando Maresca tra i protagonisti ha però sollevato il problema dei giocatori italiani e dei loro ingaggi.
"Gli stranieri costano meno degli italiani, ma incidono di più. Gli italiani costano troppo ed incidono meno. Questo perché le regole li tutelano. Finché sono giovani, per l'obbligo di usarli. Poi, quando diventano seniores, si crea un altro problema: ne ho visti guadagnare 60.000 euro come dilettanti, e poi vedersene offerti la metà salendo di categoria, non più da Under. Ma che logica c'è?".
Ma questa moralizzazione alla Lotito da dove deve partire? Giocatori, agenti o club?
"I club sono vittime dell'obbligo di avere giocatori italiani. Quindi dovremmo parlare di agenti. Che a loro volta si sentono vittima di quel che i giocatori vogliono guadagnare".
Ci siamo arrivati, è colpa dei giocatori.
"Diciamo che tutti dovremmo fare un passo indietro. A cominciare dalle squadre, 32 professionistiche sono troppe, non ci sono le risorse, poche e troppo disperse. Anche quelle dei giocatori".
Non avete tanto battuto la Virtus, ma avete iniziato a battere Cremona, la prossima insidia: concorda?
"Assolutamente. Cremona è squadra coriacea, difende, dovremo stare molto attenti".
Puntate ai playoff, Perdichizzi?
"Io punto ad avere in palestra tutta la squadra, sana e al completo. Abbiamo un buon quintetto, ci serve un supporto dalla panchina, non tanto di punti quanto di cose utili e consapevolezza del ruolo. Contro Bologna c'è stato".
Playoff significa essere tre le prime otto: ma quante ce ne sono migliori di voi?
"Oggi almeno sette: Siena, Milano, Roma e Treviso sono fuori portata. Aggiungo Cantù, Montegranaro e Caserta perché hanno mantenuto il nucleo dell'anno scorso, ed è un vantaggio. In un paio di mesi conto di capire se saremo capaci di colmare questo ritardo da loro".
Stefano Valenti