La storia di Malcolm Delaney, il Volo dell'Angelo

L'incredibile carriera di Malcolm Delaney, leader del Lokomotiv Kuban. Quella stessa Lokotiv che è riuscita a qualificarsi alle Final Four, a discapito del favorito Barcellona.
27.04.2016 17:57 di  Alessandro Palermo   vedi letture
La storia di Malcolm Delaney, il Volo dell'Angelo

Il Barcellona ha stupito tutti, in negativo. La squadra di coach Pascual, insieme al Real Madrid, starà a guardare le Final Four di Euolega dal divano. A passare è il Lokomotiv Kuban, che raggiunge Fenerbahce, Baskonia ed i connazionali del CSKA Mosca, saranno queste quattro le finaliste di Berlino. Ma dietro alla clamorosa sconfitta del Barça, c'è il capolavoro del Kuban. Dietro al trionfo rossoverde -orchestrato da coach Bartzokas- c'è un giocatore su tutti: Malcolm Delaney.

INTRODUZIONE
Malcolm Delaney nasce l'undici marzo del 1989 a Baltimora, nel Maryland. In quel momento, però, mamma Patricia e papà Vincent non sanno ancora di aver appena donato la vita ad uno straordinario sportivo, un atleta vincente. Ieri sera Malcolm, con la sua Lokomotiv, ha centrato le Final Four di Eurolega. Traguardo storico per la scoietà caucasica e per il movimento cestistico russo: mai nella storia della pallacanestro due squadre russe sono arrivate insieme alle Final Four lo stesso anno. Per una volta non c'è solo il CSKA Mosca, c'è spazio anche per la Lokomotiv.

GLI INIZI DI CARRIERA
Ovunque vada, Delaney, porta sempre con se una buona dose di fortuna ma soprattutto aumenta le possibilità di vittoria della propria squadra. Dunque, di fortuna non si può palare. Il suo è solo e semplicemente talento, un vincente nato. Ma partiamo dagli inizi, i primi sprazzi di talento qua e là. Malcolm sceglie di frequentare l'università del Blacksburg, la Virginia Tech, giocando per i Virginia Tech Hokies. La sua miglior stagione, non scolastica ma cestistica negli Hokies, risale al 2009-2010. Malcolm, al suo terzo anno in squadra, in 33 partite fa registrare medie importanti: 20.2 punti, 4.5 assist, 3.7 rimbalzi e 1.2 rubate ad allacciata di scarpe. Non male, davvero. Così bene che al termine della stagione decide di dichiararsi eleggibile per il Draft NBA del 2010. Poi, all'ultimo momento, nel mese di maggio il dietrofrònt. Malcolm ci ripensa e decide di restare negli Hokies per disputare la sua quarta ed ultima stagione, da Senior. Al termine di essa, Delaney si appresta ad entrare a far parte del Draft del 2011 con molte speranze. Forse troppe, il giocatore infatti non venne scelto. ESPN lo dava come possibile chiamata nel secondo giro, ma Malcolm non si sarebbe mai aspettato addirittura di non venir preso in considerazione da nessuno.

UN VINCENTE
Terminata la sua carriera universitaria, per Delaney è tempo di diventare un professionista. L'Europa chiama, Malcolm si accasa all'Elàn Chalon per la stagione 2011/2012. L'esordio da Pro, e quello europeo, è da urlo: Malcolm vince nello stesso anno campionato francese e coppa nazionale. In estate, però, Delaney decide di firmare per il modesto Budivelnyk Kiev, team ucraino. Anche in Ucraina Malcolm sa mostrare a tutti la sua qualità migliore, quella da vincente. Campionato ucraino vinto in scioltezza, dominando anche in Eurocup dove venne inserito nel primo quintetto del torneo. Certo, il livello del campionato ucraino non è sicuramente eccelso, ma il ragazzo sta incominciando a prenderci gusto. Ed, infatti, anche l'anno seguente sarà ricco di trionfi per Delaney. Il playmaker firma per il Bayern Monaco e con il club tedesco vince la Bundesliga, venendo incoronato come MVP del campionato. A tutto questo, bisogna aggiungere una stagione (la prima in assoluto per il Bayern) meravigliosa e sorprendente in Eurolega. Tre Stati diversi, tre campionai diversi, tre titoli vinti. Delaney è diventato a tutti gli effetti uno specialista.

L'ARCANGELO GABRIELE
Ovunque vada, Delaney porta gioia e buone notizie. Potremmo quasi equipararlo ad un angelo: Malcolm Delaney, l'Arcangelo Gabriele. Nella cultura cristiana, l'angelo è considerato un messaggero ed il nome "Arcangelo Gabriele", deriva dall'ebraico. Il signifato della parola è tradotto come "La forza di El" oppure "El è forte". El, cioè l'Altissimo tra gli dei. Nella tradizione islamica, invece, viene chiamato "Jibrìl", l'angelo che rivelò il corano a Maometto. Nell'Islam è chiamato "Nostro Signore Gabriele" (Sidna Jibrìl), poichè è colui che ha trasmesso il messaggio divino al Profeta Maometto, dunque l'iniziatore di tutto. Questa è un po' la parabola di Malcolm Delaney, colui che ha permesso tutto ciò che è accaduto in quel di Krasnodar. Nell'estate del 2014, Delaney lascia Monaco di Baviera per firmare con la Lokomotiv, società con sede appunto a Krasnodar, sulle rive del fiume Kuban. Quasi due anni dopo il nativo di Baltimora si ritrova a dover andare a giocare le Final Four di Eurolega, a Berlino. Dopo una stagione meravigliosa in Eurolega, i rossoverdi pescano il super Barcellona di Juan Carlos Navarro. Il verdetto sembra già scritto in partenza, con i blaugrana favoriti. A chi, invece, è andata male è al Real Madrid. Ma succede l'incredibile, la serie più equilibrata delle quattro finisce con un secco 3-0 a favore dei turchi di Obradovic e Gigi Datome, la serie meno equilibrata finisce per portarsela a casa la squadra meno indicata a fare festa, la Lokomotiv. Al termine di una bellissima Gara 5, Delaney viene intervistato dalla stampa... è il momento di buttare fuori tutto quello che si tiene dentro da anni di critiche infondate. Il giocatore è, da svariati mesi, preso di mira e colpevolizzato di aver firmato in Russia solo per guadagnare più soldi, al gara conclusa Malcolm non le mada a dire e controbatte così: "Le persone criticano sempre i giocatori americani perché non firmano con i grandi club, ma bisogna capire che non è solo una questione di soldi, per me è importante scegliere le squadre che non hanno chance di vittoria e trasformarli in vincitori. E questo è tutto". Ecco spiegato, Delaney per la prima volta -e non ne serviranno altre- spiega alla stampa, ai fan il perchè scelga di giocare per squadre "mediocri".

IL VOLO DELL'ANGELO
Dopo una stagione del genere, però, resta difficile pensare che Delaney possa rimanere in squadre di seconda fascia. Il giocatore dovrà pur spiccare il volo prima o poi, in una qualche big europea. Su di lui, si dice, ci sia un forte interesse di molti top team, su tutti Barcellona e Milano. L'angelo di Baltimora, messaggero e portatore di vittorie, deve ancora spiccare il volo. Ma se fosse questa la stagione giusta per farlo? E se in realtà il grande salto non dovesse essere quello di andare al Barça? Chi ci dice che il volo non sia quello al Kuban? E se il grande salto fosse anticipato a quest'anno, vincendo l'Eurolega con il Kuban? Fino a qualche mese fa avrebbero riso tutti, una tale previsione appariva irrealizzabile e folle... ma, intanto, a Berlino la Lokomotiv di Malcolm Delaney ci è arrivata per davvero. Krasnodar o Krasnij, che dir si voglia, (tradotto in italiano) significa "rosso e... splendido", un aggettivo che potrebbe essere una garanzia per queste Final Four. Qualcosa di splendido Delaney e coach Bartzokas l'hanno già fatto arrivando così in fondo. Ora spetta soltanto a Delaney fare lo "Jibrìl" della situazione, per aiutare Maometto (Bartzokas) a completare la sua opera.


Alessandro Palermo