Ricomincio da 44, la seconda vita di Davide Cantarello

A 44 anni suonati è tornato a dominare sotto le plance debuttando in LegaDue di basket. Se non è record poco ci manca per Davide Cantarello, il gigante di 214 centimetri originario di Mestrino, che dopo un anno di stop ha ripreso a calcare il parquet con l'Acegas Aps Trieste. Sembrava proprio finita la carriera del "Canta". A novembre dell'anno scorso, conclusa la sua esperienza a Monfalco-ne in serie B dilettanti, era rimasto senza squadra. Un anno sabbatico, lontano dal parquet con davanti un bivio: chiudere con la pallacanestro giocata oppure ributtarsi come sempre ha fatto sottocanestro. Ha prevalso quest'ultima ipotesi. Ristabilitosi a Trieste, sua città d'adozione, dove aveva preso le mosse il suo percorso da giocatore d'alto livello, Davide Cantarello ha continuato ad allenarsi da professionista esemplare, assieme all'Under 19 della società giuliana, in attesa di qualche nuova proposta dal Triveneto. L'ingaggio giusto, però, è arrivato soltanto questa stagione con la stessa Trieste di coach Eugenio Dalmasson ed è stata la mossa giusta che lo ha riportato clamorosamente sotto i riflettori della LegaDue. «Non mi aspettavo di riprendere in questa categoria», confessa il "Canta", «C'era la possibilità d'effettuare un ulteriore tesseramento e la dirigenza ha optato per questa soluzione. Ora, faccio parte del gruppo e voglio allenarmi sempre al massimo restando a disposizione dell'allenatore. Sia ben chiaro, a 44 anni credo di non dover dimostrare niente a nessuno. Ricorda con piacere gli anni trascorsi in neroverde con il presidente Bernardi e coach Carnaccini. E tra le fila della Broetto Virtus, vice capolista del girone C di DnC, è tornato quest'anno un playmaker cresciuto nella società di via dei Tadi, che Cantarello conosce bene: Leonardo Busca. «Ci siamo riavvicinati quando Leo venne a giocare qualche anno fa qui a Trieste», precisa il giocatore, «Il suo ritorno a Padova lo definirei perlomeno singolare. Recentemente, mi ha detto di essere contento perché ha ritrovato il palazzetto pieno. Attorno a lui c'è parecchio entusiasmo. A Leo rivolgo un saluto e un grosso in bocca al lupo».
Mattia Rossetto