Andrea Zanchi rilancia il sogno dell'Assigeco: «Andremo ancora oltre i nostri limiti»

IL BILANCIO DEL COACH VENEZIANO DOPO LA PROMOZIONE SFUMATA ALLA "BELLA". «La gloria è riservata a chi vince, ma il cammino fatto è importante: abbiamo dimostrato che con idee, lavoro e umiltà si può fare bene anche riducendo il budget»
19.06.2014 08:33 di  Luca Mallamaci   vedi letture
Fonte: Il Cittadino di Lodi
Relax rossoblu al Campus
Relax rossoblu al Campus

CODOGNO Una cena a base di pesce, sotto il portico del "Campus", è il "tranquillante" scelto da Andrea Zanchi per riportare la pace nell'animo rossoblu dopo le infinite emozioni della serie finale di play off contro Mantova. Una sconfitta, seppur per mezzo canestro nei secondi conclusivi della "bella", rimane una sconfitta, ma non può essere limitato in una riga nel libro della stagione quello che l'Assigeco ha fatto durante l'intera annata. «C'è una comprensibile arrabbiatura per come è finita, è la quarta finale che vado vicino a vincere, non certo tristezza, che viene riservata ad altre cose della vita - commenta il coach veneziano prima di offrire la cena a squadra e staff , invitando il presidente Franco Curioni e la "first lady" Ombretta -. Da uomini di sport sappiamo che la gloria è riservata a chi vince, ma stavolta sarebbe riduttivo pensarlo per via del cammino che abbiamo fatto, riconosciuto da tutti, importante e imprevisto. Perdere una finale di pochissimo fa riflettere sui vari aspetti della stagione».

Impostare un programma triennale sui giovani talenti del "Campus", con budget ridotto, arrivando a sfiorare subito la promozione certifica la bontà del lavoro svolto. «In effetti abbiamo bruciato le tappe con un campionato bellissimo accompagnato dalla crescita dei tanti ragazzi del vivaio inseriti in prima squadra che hanno fatto come in certe scuole, due anni in uno, vincendo pure uno storico scudetto Under 19. I ragazzi da noi hanno giocato sempre, non solo per i bonus, anche durante la finale meritandosi i minuti sul parquet. Sono migliorati come uomini e giocatori: il futuro è loro».

Tra infortuni, effetti del "caso Lucca", l'inesperienza dovuta alla bassa età media del roster, l'Assigeco ha saputo trovare una precisa identità facendo vedere del gran basket. «Abbiamo affrontato e superato tante difficoltà grazie alla coesione del gruppo. In un momento difficile in generale dal punto di vista economico e di difficoltà del movimento basket abbiamo dimostrato che con idee, lavoro e umiltà, puntando sulle persone e seguendo un programma preciso, seppur con una riduzione del budget, si può e si deve continuare a fare basket. Per questo è necessario ringraziare il presidente Curioni, senza il quale nulla si potrebbe fare, e Gianga Polenghi, uomo infaticabile ormai parte del "Campus", e Gian Marco Bianchi per esperienza e lungimiranza».

Applausi a tutti i giocatori, eccezionali: «Chiumenti, capitano vero dal cuore grande. Young ha completato la nostra stagione con leadership ed esperienza mettendosi a completa disposizione dei giovani. Masoni, per esperienza. Bonessio, il collante per la conoscenza del basket fra le varie parti della squadra. Ricci, impegno e bravura, Sant-Roos è nato per giocare a questo sport. Quarisa, per attaccamento e simpatia. Poi Donzelli, Vencato, Spissu, Maghet, Rossato, partiti "sbarbati" e arrivati uomini. Una grande parte l'hanno avuta Carrea, Annoni e Sabbia, il mio staff tecnico, oltre a Concardi, Massari e Peraro, lo staff medico, e Molaschi, Rugginenti e Codola, pronti ad aiutare i giocatori in ogni cosa».

Una stagione così è difficile da ripetere: «L'anno prossimo dovremo essere bravi a confermare la nostra crescita cercando di andare ancora oltre i nostri limiti. Le vittorie e le sconfitte passano, i legami restano. Quelli creati quest'anno con questa squadra sono inscindibili. Ci siamo fermati a un centimetro dal sogno, ma quello che abbiamo fatto quest'anno rimarrà dentro per sempre in tutti noi».

Luca Mallamaci