Alberto Chiumenti: «L'Assigeco ha vinto con la sua gente»

IL CAPITANO ROSSOBLU, A UNA SETTIMANA DALLA “BELLA” PERSA PER UN SOLO PUNTO A MANTOVA, ESALTA LA STAGIONE DELLA SQUADRA DI ANDREA ZANCHI: «DA 300 SPETTATORI NELLE PRIME CASALINGHE A 500 NELL’ULTIMA TRASFERTA. L’arrabbiatura c’è, ma vittor
24.06.2014 08:50 di  Luca Mallamaci   vedi letture
Fonte: Il Cittadino di Lodi
Chiumenti e l'Assigeco
Chiumenti e l'Assigeco

CODOGNO Un “post” sul proprio profilo Facebook, il giorno dopo la “bella” persa di un soffio a Mantova, a sottolineare le emozioni e le ragioni di una stagione comunque “vincente”, evidenzia l’unicità umana e tecnica di Alberto Chiumenti. Travolto dai “mi piace” e dai commenti positivi il capitano dell’Assigeco archivia un’annata destinata a rimanere fra le migliori della storia del club rossoblu. «L’ispirazione? Beh, dopo l’arrabbiatura per la sconfitta di un punto nella partita decisiva dei play off, sapendo di aver messo in gioco tutte le energie per arrivare al traguardo, ho sentito dentro di me una sensazione di felicità. Nonostante l’amaro epilogo mi sono fermato a riflettere comprendendo una volta in più come lo sport sia principalmente questo - sottolinea l’ala di Schio alla quarta stagione all’Assigeco -. La vittoria o la sconfitta passano in secondo piano rispetto alle emozioni, a quanto costruisci durante l’anno, ai rapporti che instauri con la gente e all’entusiasmo che si genera».

Il giudizio sul lavoro svolto durante la stagione non può dipendere solo dal risultato finale: «Beh, perdere di un punto “rompe” parecchio anche se la squadra ha dimostrato di esserci: per farcela serve anche un po’ di buona sorte. È una stagione incredibile anche se non abbiamo la coppa, tutti se la ricorderanno per sempre nel Lodigiano. Dai 300 spettatori delle prime gare casalinghe siamo arrivati a 500 affezionati in trasferta a Mantova per l’atto finale. È questa la soddisfazione più grande per noi, la società e il presidente. Vedere le persone entusiaste di seguire l’Assigeco: dall’anno scorso, inizio del lavoro di Andrea Zanchi, a quest’anno. Non sarà facile fare meglio anche se abbiamo già voglia di riprovarci».

Il programma dell’anno prossimo passa attraverso le scelte estive: il ripescaggio, la costruzione del nuovo palazzetto e le decisioni su arrivi e partenze. «Bisogna vedere per prima cosa che categoria faremo: il presidente, dopo aver presentato il progetto del nuovo palazzetto, ha manifestato interesse per un eventuale ripescaggio in Gold. L’Assigeco ha dimostrato di saper costruire ottime squadre puntando principalmente sulle caratteristiche personali dei giocatori più che sul puro talento».

Il primo esempio nel seguire le necessità dell’Assigeco, la scorsa estate, l’ha dato proprio Alberto Chiumenti, rivedendo verso il basso il proprio ingaggio in linea con il momento economico generale e del club in particolare. «Ho solo cercato di venire incontro alle richieste della società in un momento difficile. Questo è un porto dove in tanti vorrebbero approdare: la società è seria, ti lascia lavorare tranquillo senza assilli. È raro trovare un club che ti mette a disposizione tante cose chiedendoti solo di dare il massimo».

Perdere per mezzo canestro la “bella” di una serie di finale equilibrata, fa pensare anche ai possibili punti di svolta: «In gara-4 (al “Campus” sul 2-1 per l’Assigeco, ndr) ci siamo caricati di troppe pressioni e non abbiamo giocato spensierati come nel resto dell’anno. Ci è mancato, per stanchezza e qualche acciacco, quel pizzico di sprint utile a chiudere il discorso. Sono tanti i fattori che poi possono aver pesato, un rimbalzo, un palla vagante... tutto parte del basket».

Il possibile successo nella finalissima sarebbe stata la dedica perfetta per Matteo Bertolazzi, l’amico scomparso a soli 34 anni a settembre dell’anno scorso. «Gli ho dedicato comunque la nostra stagione che ha riassunto il suo spirito: voleva bene ai compagni, non mollava mai, sempre con la parola giusta per ciascuno, mai una polemica o un atteggiamento sopra le righe».

Capitan Chiumenti, con le parole e l’esempio, è stato sempre da sprone a tutto il resto del gruppo. «Ho cercato di mettere il mio spirito e la voglia di vincere al servizio della squadra. Alcune volte sarò forse apparso troppo “pesante”, Alvin Young mi ha dato un grosso aiuto da questo punto di vista. I nostri giovani si sono aperti trovandosi a proprio agio con noi che abbiamo qualche anno di più. La partita più bella? Mi porto dentro l’intera stagione, anche se sono particolarmente orgoglioso di gara-2 di finale a Mantova (16 punti nel solo primo tempo, ndr) quando ho preso le misure a Jefferson».

Luca Mallamaci