Thomas ci crede: ad Avellino per vincere

Cavaliero e il mal di Slovenia: "Non chiedetemi di guardare le partite in tv ma tifo Italia"
11.09.2013 15:30 di  Massimo Roca   vedi letture
Fonte: Il Mattino
Thomas ci crede: ad Avellino per vincere

Mai banali le presentazioni in casa Sidigas. In attesa di riabbracciare e soprattutto ufficializzare, Jaka Lakovic e di assestare l’ultima mossa di mercato, la società biancoverde in un solo colpo ha voluto presentare agli organi d’informazione, Will Thomas e Daniele Cavaliero, unici volti nuovi di una campagna acquisti all’insegna delle conferme. William Benson Thomas, 27-enne lungo del Maryland, 203 cm con buona stazza, ha dimostrato di essere uomo concreto anche fuori dal parquet. Pochi sorrisi, grande flemma per un giocatore di buona tecnica e con porta con sé la fame dichi vuole arrivare in alto. La tappa di Avellino arriva dopo un percorso europeo vincente: finale scudetto in Belgio con il Liegi ed mvp del campionato, titolo in Georgia all’Armia insieme al ritrovato compagno Jeremy Richardson, semifinale del campionato turco nell’ultimo giro. “So che il campionato italiano è un’ottima lega, una delle migliori in Europa. C’è da lavorare duro. Il mio obiettivo è quello di fornire un contributo tangibile ai successi di squadra”. E’arrivato in casa Scandone non come prima scelta, dopo la querelle Hunter ed i rifiuti degli Nba, Varnado e Pittman, Alla fine potrebbe rivelarsi un acquisto azzeccato. Giocatore interno in grado di ricoprire entrambi i ruoli sotto le plance, potenzialmente potrebbe accoppiarsi bene con Ivanov: “Posso giocatore sia numero quattro che cinque. Penso di avere ottime capacità a rimbalzo. Sono un buon passatore, incline al gioco di squadra. Darò una mano per trovare i giusti equilibri”. Per Daniele Cavaliero si tratta di un ritorno dopo la stagione storica chiusasi con la vittoria in Coppa Italia, la semifinale play-off e la qualificazione all’Eurolega. Tutti ricordano lo sfondo decisivo subito in finale contro la Virtus Bologna: “E’ stato un momento altissimo raggiunto senza aspettative iniziali. Uno dei moivi che mi hanno convinto a tornare è proprio l’ambizione di questa società. Le aspettative però non devono diventare pressioni. Daremo il massimo e cercheremo di costruire un gruppo solido, il vero segreto alla base di stagioni vincenti”. Il ritardo sulla firma del contratto aveva suscitato qualche malumore nell’entourage del cestista: “Ero molto concentrato sulla nazionale. Ovvio che si è più sereni quando si ha la firma sul contratto. Conosco un po’ di persone all’interno di questa società. Non è servito parlare molto. Mi hanno sempre tranquillizzato ed io ho avuto fiducia in loro. Ringrazio Nevola e Vitucci per avermi concesso un giorno in più di riposo. Ora sono pronto e carico per allenarmi”. La scorsa settimana, in anteprima per il nostro giornale, il triestino ha sottolineato di aver già delineato con il coach il suo impiego in questo sistema: “Cercherò di fare un po’ tutto senza snaturarmi. Proverò a mettere molto intensità, la mia grinta di vecchio tifoso di Trieste. All’ambiente chiedo di non fare paragoni con il passato o con altri giocatori. Vorrei che i tifosi mi giudicassero per quello che farò domenica dopo domenica. Ad Avellino c’è una grande passione. Sono convinto che avremo modo di riprendere il rapporto interrotto qualche anno fa”. Cavaliero è stato l’ultimo “taglio” effettuato da coach Pianigiani prima delle cinque vittorie di Capodistria. Il rimpianto e la soddisfazione si fondono: “La squadra aveva lavorato molto per quasi due mesi con carichi di lavoro consistenti. Le cinque vittorie sono una sorpresa anche per me. Non è facile spiegare cosa ho dentro. Sono felice per la squadra. Se la nazionale riesce a fare qualcosa d’importante è un vantaggio per tutto il movimento. Non nego però che mi fa male non poter dare una mano dopo il lavoro svolto. Ora non chiedetemi di guardare le partite con voi, ma tifo Italia”. Domani lo scontro con la Slovenia di Lakovic: “E’ un campionissimo, le persone che gli sono state accanto mi hanno raccontato di un professionista eccezionale. Ho voglia di imparare da un grande campione, ma allo stesso tempo, senza essere presuntuoso, voglio dimostrare di essere un buon professionista anch’io”.