Pietro Basciano: 'C'è tanta voglia di Virtus'

Pietro Basciano: 'C'è tanta voglia di Virtus'

Il presidente di Fondazione Virtus, Pietro Basciano, ieri pomeriggio ha fatto visita al Resto del Carlino, e si è intrattenuto con i colleghi dello sport, settore guidato da Franco Caniato. Ne è uscita una bella intervista, a firma di Angelo Costa, che vi proponiamo.

«DELLA VIRTUS mi chiedono regolarmente tutti: il presidente Petrucci, i vertici dell'Eurolega, ovviamente i tifosi che mi riconoscono. Pensate torse che io non ci tenga a riportarla dove merita?». Nell'agenda fitta che non si è negato nemmeno nel giorno del suo cinquantaduesimo compleanno, Pietro Basciano infila una visita al Carlino da presidente della Fondazione Virtus, ultimo incarico di una serie (è al vertice della sua Trapani e della Lega Nazionale che dall'A2 va fino alla C) che ha il sapore del conflitto di interessi, ma lui spiega come un grande amore per il basket.

Siculo di nascita, bolognese di adozione «perché di questa citta mi sono innamorato camminando per le strade alle sette di mattina», promette un ente più dinamico, coinvolto nella vita societaria e anche sociale. Basciano, che idee ha per la Virtus? «Una in particolare: rivederla più in alto di dov'è adesso». Basta la fiducia? «L'ambiente bianconero ne avrà di più fra qualche settimana: dopo le ultime vicende societarie, siamo ripartiti con più carica». Servono soldi, soprattutto. «L'obiettivo è trovare soci interessati, che diano una mano alla Virtus».

C'è interesse? «Qualcosa si muove. Dobbiamo trovare il modo di dare a chi entra di ottenere qualcosa in cambio del suo impegno». Come cambierà la Fondazione? «Nella struttura, lo avete già scritto voi del Carlino: Maurizio Mazzieri sarà il vice, Daniele Fomaciari il consigliere delegato ed entrerà Stefano Zunarelli, tifoso bianconero da oltre cinquantanni. Resterà Claudio Albertini, persona competente e squisita: sarebbe il segretario generale ideale per l'ente».

E a livello pratico? «Cercheremo di partecipare di più alla vita della città, appoggiando e promuovendo convegni e iniziative. Non solo sportive». Cosa si aspetta dal campo? «Visto adesso, sembra un campionato con quattro squadre davanti e tutte le altre un passo indietro: se Pittman continua così e i guai fisici lasceranno in pace Ray, non è impensabile raggiungere un piazzamento playoff migliore di un anno fa». Magari tornando in Coppa. «Ce l'hanno chiesto tempo fa, ma in società abbiamo pensato che non eravamo pronti, poi a una piazza storica come Bologna bisogna dare una coppa di qualità, non una qualsiasi».

Curioso che il presidente della Fondazione Virtus debba tutelare la Fortitudo come numero uno di LegaDue... «Faccio l'interesse delle mie associate. Come è accaduto nel caso Drucker: inizialmente ho fatto da tramite fa la Fortitudo e la Fip, poi la vicenda ha seguito altri canali e sono contento che si sia risolta per il meglio». Basciano, crede che il basket possa tornare su una via italiana? «Parlate con uno che ripete a Petrucci che l'inno nazionale suonato davanti a dieci americani è un'anomalia e la colpa non è dell'inno. Come A2 faremo un All Star game a Rimini con gli under 23 e due soli Usa: c'è molto lavoro da fare sull'argomento, ma serve per migliorare la visibilità di questo sport”.