Raduno Olimpia Milano - Flavio Portaluppi: «Un amore superiore al 1996»

Intervista esclusiva con il Gm campione d'Italia, dal passato sino al mercato di quest'estate
28.08.2014 20:33 di  Alessandro Luigi Maggi   vedi letture
Raduno Olimpia Milano - Flavio Portaluppi: «Un amore superiore al 1996»

Due parole con Flavio Portaluppi. Nel giorno della presentazione dell’Olimpia Milano ad un pubblico adorante in quel del Lido di Milano, il GM di Milano si concede alle domande di pianetabasket.com in un’intervista esclusiva.

Di fatto lei è l’unico superstite, in società, dello scudetto del 1996. Oggi come allora, un’impresa eccezionale. Ma, la certezza, è che l’amore del pubblico sia diverso, superiore oggi rispetto a ieri. Come si spiega tutto questo?

E’ vero. Questa squadra ha saputo accendere l’amore dei suoi tifosi con la voglia di soffrire. Con sacrifici difensivi e la volontà di tuffarsi su ogni pallone. Anche nel 1996 c’era il tutto esaurito in finale, ma nell’ultima stagione questo è successo anche 11 volte prima dei playoff. Il tutto con un’attenzione e un entusiasmo che non ha eguali. Però non posso dimenticare il lavoro di chi sta negli uffici. Le politiche su biglietti e marketing ha fatto la differenza. Il prodotto? Primi per media pubblico in Italia ottavi in Eurolega.

Tornando alla squadra. Un roster che ha conosciuto modifiche, ma come dice coach Banchi, parlare di rivoluzione con 7 elementi confermati, pare troppo.

Parlare di rivoluzione è improprio. Qualcuno ci ha lasciati, perché non era possibile rinnovare il rapporto, o perché ha fatto altre scelte nonostante i nostri tentativi. Ma se teniamo conto dell’integrale conferma dello staff tecnico, il vero giudizio è “continuità”.

Keith Langford. Per parte della stagione è stato l’elemento base di tutto. Poi, dopo l’infortunio, le dinamiche di squadra sono un po’ cambiate, e il giocatore è diventato parte di un insieme, con visibilità minore. In virtù di questo, inizialmente si pensava ad un sostituto diverso, meno realizzatore…

Di fatto cercavamo sempre un giocatore con quelle caratteristiche. Primariamente si poteva pensare ad un “2” di maggiore prestanza fisica, dunque anche con caratteristiche da “3”. Ma in quel ruolo siamo già abbondantemente coperti. Quindi si è andati su Brooks, più longilineo, che all’occorrenza può anche essere un “1”.

Si è parlato, nelle scorse settimane, di un mercato diverso dopo il “caso Hackett”…

Abbiamo semplicemente composto un roster più profondo. L’anno scorso avevamo Momo Toure, un dodicesimo a tutti gli effetti. Meacham ha una storia totalmente differente.