The FIBA - EuroLeague War: scontro su calendario e disponibilità dei giocatori

The FIBA - EuroLeague War: scontro su calendario e disponibilità dei giocatori

Siamo arrivati al redde rationem, il momento in cui si vedrà se ECA ed EuroLeague hanno la forza di scardinare l'autorità della FIBA o se dovranno mestamente alare bandiera bianca e, fatalmente, giocare un turno di regular season (23-24 novembre) senza che i suoi club abbiano a disposizione giocatori convocabili dalle loro Nazionali per la finestra di World Cup se non addirittura posticipare quella giornata rivoluzionando il proprio calendario trionfalmente deciso nello scorso luglio.

Ieri ECA avrebbe fatto conoscere sue proposte in merito alla scadenza autunnale della FIBA (ma a noi non è arrivato alcun comunicato), non a caso nel giorno in cui si è concluso il primo turno di QR di Champions League. Oggi, nella replica dell'Ente Mondiale (che invece abbiamo ricevuto) si risponde che una proposta che "intenda trasferire l'evento di punta di FIBA ​​da settembre a luglio 2019 e persino cerchi di cambiare le date dei Giochi Olimpici - semplicemente non è seria ed è quindi inaccettabile."

EuroLeague, in pratica, che occupa 38 settimane di calendario vorrebbe decidere delle 4 settimane annue dedicate alle Nazionale se e quando si possano svolgere a suo piacimento. "La realtà" scrive FIBA "è che ECA considera le squadre nazionali una parte inutile e inquietante della famiglia di basket e ha quindi proposto di ridurre ulteriormente la loro presenza nel calendario, marginalizzandoli in un piccolo angolo dell'estate, che non è chiaramente il momento ideale per lo sport indoor e aumenta inutilmente i carichi di lavoro dei giocatori dopo una stagione di club pesante."

FIBA ricorda ancora come il calendario internazionale di questa stagione è stato studiato, discusso e deciso nel 2014 per cui è chiaro che prendendo in seguito decisioni in contrasto (2016 espansione EuroLeague, luglio 2017 calendario senza interruzioni) sia stata ECA a dichiarare guerra dopo che nell'autunno 2016 aveva "confermato verbalmente e per iscritto alla Commissione europea e alla FIBA ​​che le sue regole "non impediscono né limitano in alcun modo il rilascio dei giocatori alle gare nazionali".