Nikola Akele: «Non voglio sentirmi prigioniero a Venezia»

La guardia di origini congolesi della Reyer si rivolge alla FIP con un esposto
10.10.2014 11:00 di  Matteo Marrello  Twitter:    vedi letture
Fonte: Corriere dello Sport
Nikola Akele
Nikola Akele

È più che mai scontro tra l’Umana Venezia e Nikola Akele. Dopo il prestito negato a Trieste ora la guardia 18enne trevigiana si trova in una situazione che definire strana è un eufemismo. Ora l’esterno della formazione orogranata pare si sia rivolto direttamente alla FIP come riporta Andrea Barocci sul Corriere dello Sport.

Contratto Durante l'anno i miei coetanei mi avevano detto che dopo 18 gare, in qualità di giovane di serie, avrei avuto il diritto a ricevere per regolamento prima un rimborso e poi a fine campionato un contratto professionistico. Non lo sapevo. Ho aspettato, ma il club non mi ha mai detto nulla. Io non penso ai soldi, però mi avrebbero fatto piacere conoscere come stavano le cose: non avrei fatto problemi. E già qui ho iniziato ad avere i primi dubbi. Avevo 13 anni quando mi sono trasferito da Montebelluna a Venezia. Da allora i miei genitori hanno firmato documenti convinti come me che io fossi tesserato per la Reyer maschile. La verità l'ho appresa pochi mesi fa: nessuno ha infonnato né me né la mia famiglia che invece ero tesserato per una squadra satellite femminile. Quando ho chie sto spiegazioni, mi hanno detto che è una società dove piazzano i loro ragazzi della giovanile. E io che mi fidavo di loro...» ».

L’aut aut di Brugnaro Secondo Akele il patron della Reyer Lugi Brugnaro si sarebbe quindi fatto sentire: O firmi con noi per 5 anni al rninimo dello stipendio, e allora io ti permetto di andare in prestito, oppure ti mando in promozione e rimani fermo due anni». Un provvedimento sostiene Akele, visto che gli si voleva far sottoscrivere un contratto di lavoro con una società diversa da quellaper la quale è tesserato, peraltro senza esserne a conoscenza, dal 2008.

SOS FIP «Se mi sento tradito? Un pò' E, sì, ovviamente mi sento prigioniero di un sogno. L'unica soluzione che vedo possibile è lo svincolo. Ma ho fiducia nella Federazione». Nel frattempo si è lasciato aperta un'altra finestra dove potersi affacciare per fantasticare ancora: quella che guarda verso un college americano. «Dopo ciò che è accaduto, questa finestra è sempre più aperta. Prima però voglio vedere come finirà qui. Voglio che vengano rispettati i miei diritti di giocatore: non posso continuare a sentirmi un prigioniero».