L'effetto Gerasimenko può andare aldilà di un semplice Cantù vs Milano

30.11.2015 14:50 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
L'effetto Gerasimenko può andare aldilà di un semplice Cantù vs Milano

Premesso che le regole ci sono perchè vengano rispettate, ci viene anche da dire benedette le novità e auspicare un cambiamento delle regole se ciò può fare del bene alla nostra pallacanestro. La pietra dello scandalo della settimana è stata l'arrivo di un nuovo proprietario a Cantù che, rinforzando la squadra e proponendo un modello di business più esasperato (grazie ai famosi rubli...) che scopriremo prossimamente, ha improvvisamente rivitalizzato un campionato semi-asfittico in cui la provincialissima Pistoia - che per altro in amichevole a Siena avevamo giudicato abbastanza negativamente - ha fatto la parte del leone fino a ieri. E invece adesso gira sui parquet italiani una formazione come l'Acquavitasnella che, pur perdendo una gara, sembra adesso in grado di ribaltare le certezze che diversi coltivavano di qualificarsi per le Final Eight di Coppa Italia.

Mister Gerasimenko, nell'ormai angusto catino del Pianella, ci ha deliziato con irruenza schietta, con le Red Foxes e con due innesti che hanno reso il derby una gara eccezionalmente vera - suggellata dalla prestazione di JaJuan Johnson. Il sindaco Bizzozero di Cantù ha "sfruculiato la mazzarella" di Livio Proli con lo slogan “Milano is fashion e Cantù is devotion”. E il presidentissimo milanese ha ribattuto su “La Gazzetta dello Sport”: “Ho trovato discutibili le dichiarazioni del sindaco di Cantù alla vigilia, così come di pessimo gusto la sceneggiata della torta in faccia in sfregio alla nostra maglia Olimpia. Per fortuna in questo bellissimo sport le risposte vere arrivano sempre dal campo e questa sera l’Armani Fashion ha mostrato più coraggio, durezza e talento mentale della Cantù Devotion”.

Ecco, abbiamo bisogno di protagonisti in campo e di protagonisti mediatici e per una volta grazie Proli e al diavolo l'aplomb armaniano! Sono i dualismi alla Peterson vs Bianchini che hanno contribuito, per la parte che spettava loro, a rendere grande il basket italiano di un certo periodo. E le aziende, anche senza il ritorno commerciale che oggi chiede loro l'Agenzia delle Entrate, erano più munifiche a sostenerlo. L'attuale pallacanestro italiana, in generale, sembra aver paura di mettersi in piedi sul surf e di cavalcare l'onda. Non abbiamo bisogno di giocatori imbronciati e di procuratori mammoni, di dirigenti timidi e di tifosi sovraeccitati. Di quelli che entrano nei palazzetti altrui al grido "vaffanculo a tutti i presenti". Abbiamo bisogno di sale, tanto sale ma che vada nella zucca e non disperso nel piatto o, peggio, per terra.