Legadue Gold: le pagelle a fine regular season

Verona deve attendere per la lode; Brescia, Casale e Trieste che sorprese! Ferentino e Torino possono ancora migliorare, le delusioni di Jesi e Trapani
20.04.2015 15:00 di  Lorenzo Belli   vedi letture
Legadue Gold: le pagelle a fine regular season

9,5 Tezenis Verona (22-4): partiamo dal concetto che per avere il 10 e la lode occorre arrivare sino in fondo a giugno, facile che accada ma si deve ancora sudare e giocare. La compagine guidata da Ramagli ha legittimato il primato vincendo l'85% dei suoi incontri, si è messa in bacheca la coppa Italia e si presenta alla post-season come unica e vera squadra da battere. Gli unici avversari in grado di fermare la perfetta macchina gialloblu potrebbero essere pressione e sfortuna.

8 Centrale del latte Brescia (18-8): partita a fari spenti ha vissuto un inverno trionfale condito da undici successi in serie – serie più lunga del campionato – e per una settimana si è tenuta pure lo scettro da capolista; poi i “cugini d'oltre lago” se lo sono ripreso e stop. Il finale di regular season non lascia troppo ottimismo, i continui problemi fisici e la mancanza di Nelson potrebbero alimentare forti speranze di upset nelle avversarie, sempre che la voglia di lottare della famelica Leonessa non si desti nuovamente.

6,5 Manital Torino (16-10): inutile girarci attorno, non è il terzo posto in se a non essere molto gradito ma il come è arrivato; difesa troppo “molle” per poter ambire a qualcosa di grande e un attacco pieno di grandi individualità che spesso ha vissuto sugli assoli dei campioni piuttosto che su un gioco strutturato. Nei play-off inizia una vita nuova, e se Torino ritrovasse la retta via ha tutto – esperienza, talento e fisico – per ambire al colpo grosso e volare in A “nascondendo” una regular season vissuta al di sotto delle proprie possibilità.

8 Novipiù Casale Monferrato (15-11): Ramondino non è fortunato, è bravo. Si può riassumere così il lavoro svolto dal coach che per il secondo anno si trova ai play-off con la cosiddetta “underdog”; in pochi preventivavano una gran stagione per i piemontesi che invece – pur non disponendo di una taglia fisica entusiasmante – si sono dimostrati sempre sul pezzo e costanti sino a sfiorare un incredibile terzo posto a fine regular-season, ora nei play-off zero pressioni e il vanto di essere l'unica “superstite” ad aver battuto Verona.

7 Angelico Biella (15-11): per una squadra improntata sui giovani non è mai semplice tramutare le aspettative in risultati, Biella vi è riuscita più che bene. L'avventura europea ha dato tanto in termini di esperienza, ma ha tolto energie e qualche punto in classifica che magari poteva essere migliore di una o due posizioni; ora si parte dagli ottavi contro una avversaria che vede il basket nella medesima maniera: fiducia ai giovani, contro Treviglio sarà un bello spot per la pallacanestro italiana.

6 FMC Ferentino (13-13): doveva essere l'outsider alle “grandi” ha invece vissuto una stagione di alti e bassi non trovando mai la giusta continuità per ergersi in classifica; rimangono dei momenti brillanti come le final-six di Rimini ma è chiaro che in Ciociaria si attendevano ben altro dai ragazzi di Gramenzi chiamati ora ad eliminare una ostica Recanati per poi finire in “bocca” a Torino. Sarà molto difficile – ma non impossibile – far cambiare il giudizio complessivo dopo i play-off, la squadra dopotutto è formata da molti “duri” e si sa che quando l'intensità si alza questi emergono.

8 Pallacanestro Trieste (13-13): il leit-motive è conosciuto e oramai stantio, ad inizio anno si dice che i giuliani fanno simpatia perché hanno molti giovani in roster ma arriveranno in fondo; Dalmasson incassa, predica umiltà e costruisce una macchina pressoché perfetta e frizzante. Quest'anno il coach ha superato se stesso esaltando il talento di Tonut – un grazie vivissimo dal basket italiano – e portando un gruppo su cui nessuno avrebbe scommesso ad inizio anno a giocarsi persino la post-season; chapeau.

7,5 Moncada Agrigento (13-13): doveva essere la più scarsa delle siciliane, è l'unica a non essere già in vacanza. Potrebbe già bastare questo come premio ai neo-promossi guidati dal sempre ottimo Ciani, ma il titolo di regina della Sicilia probabilmente non sazia dopo una stagione in cui si è vissuto un grande avvio, una piccola flessione prima di ritrovare energie necessarie per il guizzo verso la post-season; lo scontro di enorme fascino contro una Treviso in cerca di riemergere animerà ancora il battagliero spirito agrigentino.

 

5,5 Dinamica Mantova (12-14): una insufficienza ad una neo-promossa che si “salva” e sfiora i play-off? Si. Il nome della società conta relativamente se poi ti permetti di allestire un roster con nomi sicuramente affascinanti per la categoria come Fultz, Rullo e Moraschini; senza dubbio il caso Jefferson ha inciso e non poco, ma è altrettanto vero che nonostante la “facciata” abbastanza soddisfatta in terra mantovana andare in vacanza cosi presto non era preventivato.

5 Lighthouse Trapani (11-15): sincero come pochi coach Lardo non si è nascosto e nella conferenza stampa di Brescia ha definito insufficiente la stagione dei granata, una verità assoluta. Partiti con ambizioni di play-off più o meno sicuri, in corso d'opera per aggiustare il roster è arrivato pure quel pezzo da novanta di Legion ma non ha affatto inciso, anzi se possibile ha peggiorato il rendimento di una squadra che ha senza dubbio deluso una delle piazza più passionali ed affascinanti del nostro paese.

7 Assigeco Casalpusterlengo (10-16): qualche maligno ad inizio stagione azzardava un campionato da poche, se non nessuna, vittorie per la banda di Zanchi che ha puntualmente smentito tutti. L'animo giovane di questa società, perfettamente integrato con il “nonno” Young, è stato condotto a cogliere una agevole “salvezza” con le mire di post season spentesi solo nelle ultime giornate; valorizzati alcuni dei più interessanti talenti italiani (Donzelli su tutti) il celebre “Campus” merita di essere aiutato, Casalpusterlengo è una risorsa pressoché unica per la nostra pallacanestro.

6 Orange Moon Barcellona (10-16): senza dubbio gli “scossoni” di metà stagione in cui più volte è stata messa a rischio la continuità del club stesso non possono aver inciso. Gli addii in corso d'opera di Kelley e Borra hanno certamente tolto risorse che potevano essere utili per rimanere aggrappati alla corsa play-off, poi alla lunga divenuta una pura chimera; poteva fare sicuramente di più, ma è difficile poter contestare qualcosa a chi è sceso sul parquet senza – evidentemente – la giusta tranquillità.

4 Fileni Jesi (7-19): la peggior stagione probabilmente da quando i marchigiani si sono affacciati a questi livelli; il record finale è impietoso ma il roster lasciava pensare ad una regular season di ben altro profilo. Gli infortuni hanno certamente inciso, ma il gruppo di Lasi non ha mai trovato un anima adatta per emergere; per quanto curioso Jesi si può vantare di essere stata l'unica a violare il Pala Olimpia di Verona, per giunta in piena stagione pre-fallimenti di Forlì e Veroli a dimostrazione che si poteva fare molto di più.

5 Givova Napoli (7-19): facendo la media tra la professionalità di Calvani e dei suoi “reduci” (voto 10) e lo zero tondo che invece si meritano dirigenti, amministratori e tutti quelli che hanno cercato ostinatamente di rendere per l'ennesima volta Napoli zimbello della pallacanestro nostrana. Augurandoci, per l'ennesima volta, che la società finisca finalmente in mani serie e competenti che possano riportare il capoluogo campano a lottare per qualcosa di più importante di una mera salvezza economica.