Euroleague - Leggende a Berlino: Matjaz Smodis e il grande Slam

Smodis e Papaloukas tra le leggende presenti alle Final Four di Berlino
14.05.2016 11:27 di  Simone Sperduto   vedi letture
Euroleague - Leggende a Berlino: Matjaz Smodis e il grande Slam

Intorno al parquet, per queste Final Four, si incontra tutta la storia del basket continentale arrivata ad applaudire i propri eredi nell'Euroleague. E' tempo di giocare, è vero, ma è anche tempo di nostalgia per tanti campioni degli anni passati. Abbiamo scambiato qualche parola interessante con due di loro: Theodoros Papaloukas e Matjaz Smodis.

Theo, sei una leggenda europea e non solo greca..come ti senti a proposito? "Ora non c'è stress..vengo a guardare la gara. Veniamo qui per divertirci". Che pensi..chi vince l'Eurolega? "E' difficile dirlo..ogni squadra ha un suo stile di gioco. La squadra che riesce a imporre il proprio gioco porta a casa il trofeo".

Matjaz, hai giocato a Bologna nel momento forse più bello e più importante per il movimento cestistico italiano... qual è il ricordo più bello?Cosa pensi possa servire all'Italia per tornare a dominare la scena europea? "Penso che sia un periodo brutto per tutta la pallacanestro ovunque. Lo sport risente della situazione economica. Quel periodo in Italia è uno dei più belli della mia vita. Vincere il grande Slam è stato come vincere al lotto. Poi giocare con quei giocatori che hanno fatto quella carriera incredibile... sono cose che capisci dopo..

Se potessi unire l'organizzazione di una squadra come il CSKA ad una vita a Bologna... sarebbe l'ideale. Per me scegliere qual è la mia seconda casa tra Mosca e Bologna è difficile. Mi piace tornarci e mi dispiace che il movimento di basket lì si trovi in un brutto momento".

Mi parli del momento più bello della tua carriera? "Ne ho 3 o 4: il primo scudetto vinto in Slovenia, poi il grande slam a Bologna, la prima Eirolega col CSKA. Poi una cosa personale: ho aiutato una famiglia di Novo Mesto ad adottare 5 bambini dalla Russia, 2 fratelli e le tre sorelle. Se non avessi giocato a Mosca forse non sarebbero potuti essere uniti. Aggiungo una cosa della quale sono orgoglioso: il basket mi ha dato l'opportunità di aiutare queste persone".