Finalmente Milano, Sassari esplode, Siena a testa alta

Fonte: www.marioarceri.it
Finalmente Milano, Sassari esplode, Siena a testa alta

Preceduta da pesanti scontri tra tifosi, sedati dalle forze dell'ordine, la partita tra Roma e Caserta, prive entrambe le squadre di un dignitoso playmaker di ruolo, è stata di rara bruttezza tecnica. Poi, sì: agonisticamente è stata apprezzabile perché gli errori dell'Acea hanno permesso ai casertani di riportarsi in partita fino ad insidiare, grazie a Mordente, MIchelori e Vitali, con il consistente contributo di Tommasini, il successo di Roma, ma le baggianate in serie commesse da entrambe le squadre gridano vendetta. Ha vinto l'Acea perché è sicuramente più forte, perché Jones ed Hosley sono stati più concreti del solito, perché Mbakwe è uscito dal letargo al momento opportuno, perché Baron ha ritrovato la mira per l'unica bomba segnata (su 8 tentativi) proprio quando è servito per rallentare il recupero di Caserta che, complessivamente, non ha demeritato ed è piaciuta soprattutto perché...

a condurre il gioco e a guidare la spettacolare rimonta sono stati gli italiani.

Roma resta così in quinta posizione al fianco del Banco di Sardegna che con un fantastico 74% nel tiro da tre (17/23, non pochi spiccioli, e 9/12 dalla famiglia Diener) ha travolto Varese segnando 112 punti, il bottino più alto quest'anno. La Dinamo, rivitalizzata dal successo nella Final Eight, ha evidentemente ritrovato certezze e fiducia nei propri mezzi sfruttando con successo la sua dote migliore, la capacità balistica che, come si sa, può venire incrinata da una condizione mentale non adeguatamente salda. 

Da vedere se e quanto le due squadre sapranno mantenere la posizione: domenica prossima Roma va a Bologna, mentre Sassari ospita Pesaro. Vietati passi falsi perché Milano (in casa con Venezia), Cantù e Brindisi (in casa, rispettivamente con Cremona e Varese) e Siena (ad Ancona contro Montegranaro) hanno la possibilità di vincere e di mantenere compatto il pacchetto di testa. E, se per il Banco di queste settimane la risorta Pesaro può apparire un ostacolo un po' tenue, Roma a Bologna rischia e parecchio contro una squadra che l'ha già battuta al Palazzetto e che è in grave debito con la classifica, a un soffio dalla zona più calda (sempre che ci siano retrocessioni, vista la situazione grave se non comatosa o addirittura senza più rimedio, in cui versano Montegranaro e soprattutto Siena.

Proprio Siena (la squadra, e la sua gente) sta dando una dimostrazione incredibile di grande sportività, di vera passione, di forte attaccamento alla maglia. In una situazione dalla quale più d'uno sarebbe scappato al più presto e tale comunque da abbattere il morale anche dei più fiduciosi, i campioni d'Italia hanno onorato anche ieri lo scudetto che portano sul petto andando a vincere a Venezia, che tutto è tranne che un campo (e un'avversaria) accomodante.

Josh Carter è stato l'uomo della provvidenza per Marco Crespi, ma l'intera squadra ha risposto con grande generosità all'invito di tenere serrate le righe, almeno fin che non arriverà (se arriverà) l'ordine federale di sciogliere i ranghi. Allora (se proprio deve arrivare, speriamo a fine stagione per non spezzare brutalmente e immeritatamente per gli atleti e il loro pubblico - e per lo stesso campionato - un'avventura così fantastica e irripetibile, una vera favola del basket italiano, ancorché lautamente finanziata da una banca) si concluderà anche il viaggio biancoverde, lasciando la nostra pallacanestro molto ma molto più povera, anzi nuda di fronte allo specchio, e non basteranno i ricchi e isolati panni di Armani a coprire la realtà di un basket sempre più povero di soldi, ma soprattutto di idee e di talento, in campo e dietro le scrivanie.

Il grande stilista potrà finalmente rallegrarsi dopo anni di investimenti mal ripagati. La sua Milano, dopo venti giornate di affanni, è finalmente al primo posto in classifica e da sola dopo che Brindisi è stata sconfitta a Reggio Emilia avendo molto da recriminare per l'arbitraggio. Dicono le statistiche che, alla ventesima giornata, il primato in solitudine di Milano non si verificava da 28 anni, quando Meneghin e D'Antoni erano ancora in campo, e Bob McAdoo doveva ancora arrivare. Era il 1986, e con Russ Schoene c'era il giovanissimo Cedric Henderson, che in una trasferta di Coppa dei Campioni per affrontare lo Zalgiris a Kaunas, allora in piena Urss, tremò come un fuscello dal momento dello sbarco in terra sovietica e finchè il volo di ritorno non ebbe inizio, atterrito dai pericoli che lo attendevano nella terra del feroce comunismo che mangiava i bambini e i giovani atleti americani, così come descritto nel suo paese yankee. Naturalmente ne uscì indenne, senza nemmeno un morso, come tutti noi, e la squadra di Peterson vinse poi il secondo dei tre scudetti consecutivi.

Per Armani questo può essere considerato un ottimo precedente, e di sicuro nessuno può mettere in dubbio che il cammino di Milano possa da oggi in poi procedere spedito, almeno fino ai play off, vista la pochezza delle avversarie, eccezion fatta, almeno per quello che s'è visto ieri, per Sassari e Cantù che hanno schiacciato sul loro campo squadre di seconda fascia come Varese e Avellino che pure apparivano in ripresa. Da non sottovalutare nemmeno Brindisi, ma per l'Enel, come per Roma e per Caserta, vale lo stesso discorso: se non troveranno al più presto l'uomo giusto per sostituire il Bulleri, il Taylor, l'Hannah, guadagnandosi una guida di gioco un po' più abile ed esperta dei portatori di palla attualmente utilizzati, il rischio di precipitare nell'anonimato di una stagione senza più luci si fa sempre più concreto.

Per concludere, va ricordato quanto è stato denunciato da un sito partenopeo. Al PalaRuffini, nel corso della gara Gold tra Torino e Napoli, sarebbero stati intonati cori di razzismo geografico all'indirizzo della squadra ospite. Se confermato, si tratterebbe di un precedente gravissimo per il basket che si scoprirebbe inquinato da manifestazioni di intolleranza odiose, finora patrimonio per niente invidiabile di altre discipline più frequentate e meno educate, da stroncare sul nascere nel nostro mondo.

 Mario Arceri