E se i nuovi Sindaci di Roma e Siena sedessero vicini al Palazzetto?

E se i nuovi Sindaci di Roma e Siena sedessero vicini al Palazzetto?

(Mario Arceri) - Nessuno ne parla apertamente, ma se anche ci fosse una sola probabilità su cento di vincere lo scudetto, non andrebbe assolutamente sprecata. Ecco quindi che la Virtus Roma rinuncia al bagno di folla estemporaneo realizzabile al PalaEur, per trincerarsi negli spazi angusti ma famigliari del PalaTiziano, premiando nella vendita dei biglietti i tesserati e i frequentatori più assidui e fedeli. Una scelta coraggiosa perché sfida l'opinione contraria di tante componenti: quella del tifo, ovviamente, perché tiene fuori un buon numero di persone (migliaia) che assisterebbero volentieri all'evento più trendy del momento, quella dei giornalisti che vedono limitarsi i posti a disposizione per un evento che meriterebbe...

una copertura mediatica assai ampia, quella di chi (Fip e Lega) vorrebbe che l'evento stesso diventasse uno spot per la promozione e la diffusione della pallacanestro aprendosi dunque al maggior numero possibile di persone, quella degli stessi giocatori che avrebbero preferito il teatro (e la vetrina) più ampio e prestigioso per questa loro ultima fatica.

Ma se c'è anche una sola possibilità che giocare al Palazzetto possa dare un piccolo aiuto alla sua squadra, per abitudine, per punti di riferimento, per il sostegno assai più caloroso del pubblico, l'ingegner Toti non vuole rinunciare a sfruttarla, preferendo fare a meno tra due e quattro ipotizzabili mega-incassi (ovviamente per il basket, e per Roma in particolare, comunque al netto delle ingenti spese per la riapertura e l'uso dell'impianto). Non  dimentica che per quasi tutta la stagione il Palazzetto è rimasto desolatamente mezzo vuoto, riempiendosi solo nei play off contro Cantù, e ritiene anche che lo spot migliore per il basket sia la conquista dello scudetto da parte di Roma e non il giocare al Palazzone dell'Eur.

Tra l'altro, la scelta di Toti è particolarmente significativa in questo preciso momento della vita politica cittadina. Tra poche ore sapremo se il prossimo sindaco di Roma sarà ancora Alemanno o se avrà vinto Marino. Chiunque esca dalle urne dovrà prendere atto della situazione di estrema povertà strutturale dello sport capitolino, dell'insufficienza del PalaTiziano, dell'inefficienza del PalaEur (per servizi, spreco di spazi, costi di gestione). Dovrà rendersi conto di quanto la città stia attendendo questo play off di finale, di come ha progressivamente acquisito interesse per uno sport che è sempre stato nel dna cittadino, ma che negli ultimi anni aveva visto sfumare passione ed entusiasmi.

Ebbene, Marco Calvani e i suoi ragazzi sono riusciti a risvegliare un'attenzione che pareva ormai del tutto spenta, a far parlare di pallacanestro, a far conoscere i suoi personaggi, a rilanciare la richiesta di spazi, di strutture, di risorse per una disciplina che nel resto del mondo (perfino in Spagna) fa seriamente concorrenza al calcio e che in Italia, e a Roma in particolare, ha visto negli anni affievolirsi richiamo ed interesse in decisa controtendenza con quanto avviene dovunque.

L'attenzione è però tornata, e il nuovo amministratore della città potrà (anzi vorrà, ce l'auguriamo) già domani sera essere al Palazzetto per testimoniare con la sua presenza la cura che la Giunta appena eletta porrà nell'incrementare le politiche di sviluppo dell'attività sportiva e motoria a Roma, nel censire le strutture esistenti e nel comprendere l'assoluta esigenza di arricchirne la dotazione, soprattutto con un impianto (copertura del Centrale del Foro Italico o altra costruzione) di media grandezza che possa soddisfare le necessità di un campionato di vertice. E si renderà anche conto (perché no: seduto accanto al suo collega di Siena, anch'egli eletto oggi) di quanto il basket infiammi gli animi, di quanta spettacolarità è in grado di produrre, di come le sue vicende agonistiche siano oggetto di partecipazione.

Non è una provocazione: i due nuovi sindaci seduti fianco a fianco in prima fila nelle partite della serie tricolore potrebbero rappresentare il migliore e più efficace deterrente contro i possibili episodi di scorrettezza e di violenza, e darebbero comunque la sensazione dello sport inteso come confronto civile tra le capacità di due città e dei loro simboli cestistici. Per essere arrivati fin qui hanno dimostrato di essere le migliori. Lo scudetto sarà vinto da una sola squadra: sarebbe il settimo consecutivo (ottavo della storia) per Siena, il primo dopo trent'anni (e comunque solo il secondo della società) per la Virtus Roma. E' favorita Roma perché ha finito il campionato davanti a Siena, perché è in vantaggio nei confronti diretti (1-1, ma avanti nella differenza canestri), perché ha giocato 26 partite in meno rispetto all'avversaria presentandosi quindi meno logorata dalla fatica, perché ha più "fame" della Montepaschi visto il lungo digiuno tricolore al confronto della recente "bouffe" senese, infine perché - se si andrà alla settima partita - giocherà la "bella" davanti al suo pubblico.

Toti, almeno per ora, terrà Roma al Palazzetto. Il Palazzone, nelle sue intenzioni, riaprirà il prossimo anno portando in regalo il ritorno nell'Eurolega, per affollarlo subito, fin dalle prime domeniche, grazie al miglior risultato ottenibile nelle prossime due settimane. Non sarà però sufficiente se, nell'estate che sta per aprirsi, la squadra non riceverà quel sostegno tecnico che è indispensabile per restare ad alto livello in Italia e ben figurare in Europa. Compito del nuovo sindaco e della sua Giunta è valutare anche quanto sia importante per l'immagine e la promozione di Roma una squadra vincente e una società forte: non dovrebbe avere dubbi sulla risposta da darsi, contribuendo quindi al potenziamento e al consolidamento della Virtus.