Ryan Hoover
© foto di Foto Ballarini
Game over! La corsa della Fileni, come in un videogame, finisce ad un centimetro dallo striscione dell'extended play, negando di allungare ,almeno per altri 40 minuti di pista, quel sogno play off che la Fileni rincorre, vanamente, da ormai quattro stagioni. Non le era riuscito con Bartocci, subentrato in corsa a Vanoncini quattro stagioni fà (2010/11), stessa sorte è toccata a Stefano Cioppi per altre due stagioni . Stavolta l'ingrato compito spetta ad Andrea Pecchia, un coach a cui va comunque fatto un bell'applauso, tenendolo in considerazione per il futuro, per aver pilotato nel miglior modo possibile un roster "ereditato" con troppi peccati originali per garantire un epilogo diverso. La travagliata stagione arancioblù finisce con due turni di anticipo e nel modo più beffardo possibile, con due tiri di Hoover che girano intorno al ferro confermando che le annate che nascono storte non possono mai chiudersi raddrizzandosi. Nella domenica del minimo storico di presenze al palasport , appena 1350 spettatori e non solo per colpa del 25 aprile, la Fileni non regala una prestazione troppo diversa dalle altre, vanamente illusoria per larghi tratti, puntualmente confusa quando invece c'è da giocare i palloni importanti, con imperdonabili pause che fanno da contraltare a momenti up di grande intensità e spettacolo. Trento non impressiona ed è brava solo ad aggrapparsi ad Umeh nel terzo quarto (23 punti in dieci minuti) per non scomparire dal match ed anzi rimanerci attaccata. Al resto contribuiscono gli omaggi jesini dalla lunetta (11/20) e quel pizzico di fortuna che ha sempre il suo peso, unito all'unica palla persa di troppo di Marco Santiangeli capace di macchiare una gara altrimenti molto più convincente di tante altre. Con Hoover tornato a brillare (nonostante il decisivo errore finale) la Fileni riesce ad andare quasi in scioltezza, firmando con la sua verve e con i canestri di Maggioli un primo quarto che , quanto a punteggio, non rende giustizia alle buone cose messe in mostra dal quintetto arancioblù. Nella seconda frazione Jesi tiene bene e si guadagna il riposo lungo su un rassicurante +9 (38-29) prima di subire senza grandi reazioni lo show di Umeh che da solo con una scarica di triple ed una schiacciata da applausi riporta Trento in partita e condanna una Fileni che fa difficoltà con Santiangeli in cabina di regia. Jesi ha però la forza di ripartire bene dal -1 del terzo pit stop , trovando nell'energia di Griffin (schiacciata rovesciata ed halley hoop che valgono il biglietto) un fedele alleato per ripprendersi l'inerzia del match. La lunetta non sorride ai leoncelli e lo 0-2 di Griffin che avrebbe potuto chiudere il match, unito ad una persa in attacco, da coraggio a Trento che con Dordei piazza la tripla che deciderà il match. Le ultime speranze arancioblu si infrangono sul ferro facendo il pari, quanto a buona sorte, con l'epilogo del match di andata che, a pochi giorni dal Natale, la Fileni si agigudicò con identico scarto (106-105) dopo due appassionanti supplementari. Finisce qui e forse non poteva finire diversamente, stavolta col rimpianto di scelte iniziali che hanno condizionato un'intera stagione, Su tutte quella chiamata Jesse Sanders, firmato con troppa fretta ed altrettanto coraggio, play che ha fatto ciò che era lecito attendersi che però non era ciò che poteva servire ad una squadra costruita sull'energia e sulla forza dei due lunghi. Una scelta condizionante quella di Sanders che la società non ha ritenuto opportuno correggere, provando a risolvere le cose, in modo altrettanto affrettato, con Zanelli per poi scoprire di aver solo gettato altro sale su una ferita già aperta. Se i problemi in cabina di regia sono rimasti, l'arrivo di Zanelli ha creato ultreriore confusione tra gli esterni, impattando nel modo peggiore sugli equilibri già precari del gruppo. Ecco perchè Pecchia il suo piccolo miracolo è riuscito a compierlo anche senza il conforto della classifica, portando una squadra con mille problemi a coltivare fin qui un sogno dal quale questa Fileni si sarebbe potuta svegliare molto ma molto prima. Sulle macerie di una stagione conclusasi tra pochi intimi iniziano adesso le "consultazioni" per capire se, da dove e con chi ripartire.Lunetta fatale per Eric Griffin (Foto Ballarini)Ben sapendo di avere davanti una strada tutta in salita ed un ambiente mai dimostratosi scarico , e a ragione, come quest'anno. La buona volontà è sempre da elogiare ma i risultati sono quelli che fanno la differenza ed i risultati, nell'ambiente jesino, mancano ormai da tanto, troppo tempo. Con mille incognite Jesi spera comunque di poter ripartire, in un torneo che sarà del tutto nuovo e del quale, tra l'altro, l'Aurora non risulta come società fondatrice, ruota di scorta di realtà molto più nuove e con un futuro più incerto di quello che attenderà il club guidato da Altero Lardinelli. Un insuccesso politico e di rappresentatività, un altro schiaffo su un viso già rosso e logoro dopo un'annata mai tribolata come quella di quest'anno. Le due inutili fatiche con Ferentino e Trieste rappresentano a questo punto un'appendice che tutti avrebbero voluto evitare e che dovranno essere comunque giocate con la dignità che non è mai mancata a questo gruppo. Peccato che con la dignità, dote per carità fondamentale, non si giocano i play off. Buone vacanze a tutti! (Paolo Rosati)