Fileni BPA Jesi promossa da coach Cioppi

Fonte: Il resto del Carlino
Fileni BPA Jesi promossa da coach Cioppi

CON LA DOPPIETTA emiliano-romagnola, Trenkwalder-Aget si è chiuso il 2011 della Fileni Bpa. Cinquanta per cento il rapporto vittorie-sconfitte (sei vinte, sei perse) un ritrovato e palpabile feeling con il pubblico del PalaTriccoli, aspetto morale forse ancor più importante.
Michele Maggioli, prima di cominciare lei aveva detto a chiare note di provare solo sensazioni positive.
«Dopo tanti anni certe cose uno le sente sulla pelle — conferma il capitano della Fileni Bpa — appena conosciuti gli altri compagni, e ritrovato Ryan Hoover, ho capito che ci sarebbero stati tutti i presupposti umani e tecnici per una stagione non da comprimari».
Merito della squadra, anche i due rookie americani però ci hanno messo molto del loro.
«Neppure io avrei immaginato un impatto strepitoso come quello che hanno avuto due giocatori poco più che ventenni come Mickey e di Jeff con il nostro campionato. Possiamo dirlo, merito loro ma merito anche di Cioppi e Figo che li hanno portati qui».
Dopo quattro mesi di lavoro fianco a fianco vi conoscerete sicuramente meglio.
«Era chiaro fin dall’inizio che Mickey fosse un ragazzo serio, inquadrato, disciplinato uno che osservava tutto quello che aveva intorno con grande attenzione e non a caso è migliorato giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita. La cosa sorprendente è la facilità con cui ha saputo imporre la sua leadership, in molte partita è stato più decisivo lui che Ryan o il sottoscritto: una dote che lo porterà lontano».
E Jeffrey Brooks?
«Un ragazzo d’oro dal punto di vista umano, una persona allegra, solare. In campo ha caratteristiche diverse da Mickey, un apporto prezioso il suo perché sa fare tutto e in particolare quelle cose che magari le statistiche non riportano ma che servono tantissimo a far vincere la squadra».
Chiudete l’anno a centro classifica e col rimpianto di qualche punto buttato via.
«Noi pensiamo solo alla partita che verrà e alla salvezza che vogliamo conquistare prima possibile, niente altro. Poi è vero che se avessimo quattro punti in più non ci sarebbe niente da ridire».
Pensierino di fine anno?
«Al coach e a Federico Manzotti. Hanno costruito il roster con un budget modesto e gestito la squadra in modo impeccabile: se nello spogliatoio c’è serenità e tranquillità anche dopo una sconfitta, il merito è esclusivamente loro».

Gianni Angelucci