A2 F - Benedetta Dell’Orto, Matelica: "Contente dei playoff, ora cerchiamo di migliorarci"

A2 F - Benedetta Dell’Orto, Matelica: "Contente dei playoff, ora cerchiamo di migliorarci"

Benedetta Dell’Orto è arrivata nelle Marche il 29 di febbraio; appena due giorni dopo ha esordito (sùbito in quintetto, perché la titolare Gramaccioni era infortunata) nel match giocato dalla Halley Thunder Matelica con l’Alperia Bolzano (segnando tra l’altro 8 punti in una sfortunata sconfitta d misura); neanche il tempo di disfare completamente le valigie e via - verso Roseto degli Abruzzi - a disputare la “Final Eight” di Coppa Italia di A2, vittoria matelicese ai “quarti” con San Giovanni Valdarno (e lei infila 6 punti, di cui 3 tiri liberi glaciali nel finale) poi ko in semifinale con Udine; la settimana dopo si becca un virus stagionale e deve restare a casa saltando la trasferta a Ponzano Veneto; guarisce in tempo per il “blitz” di domenica - ancora fuori casa - a Vigarano, “francobollando” nel finale la micidiale Siciliano.

Ora - finalmente - dopo un “tourbillon” di trasferte, partite da preparate al volo, allenamenti ravvicinati, fialette di enterogermina… ecco la pausa pasquale di campionato, che ci consente d tirare il fiato, fare due chiacchiere e conoscere meglio Benedetta Dell’Orto, ingaggiata dalla Halley Thunder per ampliare la rotazione delle “piccole” dopo l’intervento chirurgico che ha ufficialmente chiuso la stagione di Debora Gonzalez.

Benedetta viene dalla città brianzola di Seregno, a nord di Milano. E’ una playmaker di 166 centimetri, un “razzo” che schizza per il parquet e organizza l’azione offensiva, non disdegnando qualche conclusione dalla lunga distanza.



Benedetta, finalmente possiamo sederci e presentarti!

«Veramente… E’ stato tutto così frenetico in queste prime settimane a Matelica!».


Come sei riuscita a inserirti così rapidamente?

«Le compagne, il coach e tutto lo staff mi hanno coinvolto sùbito e così è stato più facile. Non c’è stato neanche il tempo di “pensare”, sono stata mandata in campo al volo perché l’altra Benedetta (Gramaccioni, nda) proprio quei giorni si era infortunata. Ho dovuto velocizzare al massimo i tempi di inserimento, sono contenta di essere riuscita a dare il mio contributo fin da sùbito. In un attimo mi sono ritrovata a giocare la “Final Eight” di Coppa Italia, è stato davvero bello».


Puoi parlarci un po’ del tuo percorso cestistico? Come e quando hai iniziato a giocare a basket?

«Giocava mia sorella più grande e mi portavano ai suoi allenamenti. Io nell’attesa palleggiavo continuamente e così hanno fatto iniziare a giocare anche a me. Non ero piccolissima, facevo - mi pare - la quinta elementare. All’inizio insieme ai maschi, poi a Biassono nelle squadre femminili, due anni».


E poi?

«Ho girato abbastanza a livello giovanile nelle squadre del mio territorio: due anni alla Geas Sesto San Giovanni; poi due anni a Costa Masnaga dove ho partecipato alle finali nazionali Under 20 conquistando il 3° posto e contemporaneamente con la Comense in serie C; quindi tre anni alla Sanga Milano con la partecipazione alla Coppa Italiana Under 20, presenze in serie B e nella seconda parte di stagione in A2 raggiungendo anche la finale per la promozione in A1, persa con Moncalieri; un anno all’Alma Patti in A2 nel 2021/22, stagione in cui ho giocato anche contro Matelica; infine lo scorso anno inizialmente a Roseto senza giocare partite ufficiali e poi Milano Basket Stars in B negli ultimi tre mesi; quest’anno, prima della chiamata di Matelica, stavo giocando a Usmate in serie B. La poca continuità di gioco negli ultimi due anni è dovuta al fatto che mi sono dovuta operare due volte alle ginocchia, una a giugno 2022 e l’altra a giugno 2023. Ora sto bene e continuo a lavorare per un completo recupero muscolare».


Perché hai scelto il numero di maglia 88?

«Mia mamma giocava a basket e portava l’8: è un modo per averla sempre con me».


Cos’è per te la pallacanestro?

«Prima di tutto un divertimento, una compagna di vita fin da quando ero bambina. Non so immaginarmi una Benedetta senza basket».


Oltre allo sport, c’è qualche altra attività nella tua vita?

«Sto studiando Economia e Gestione Aziendale alla “Cattolica” di Milano. Non è una università telematica, per cui – pur non essendo obbligatoria la frequenza – è necessaria ogni tanto la presenza, ad esempio nelle sessioni di esame: grazie al progetto “dual career” riservato a studenti/atleti, comunque, riesco a pianificare e a portare avanti gli studi. Se si allineano un po’ di pianeti spero di conseguire la laurea triennale a novembre».


Torniamo alla realtà Halley Thunder… Come ti trovi a Matelica?

«Come detto all’inizio, è stato tutto così rapido in queste settimane che ancora non ho avuto molto tempo per girare e orientarmi bene, a parte la strada casa/palasport e poco altro. Certo, è una realtà molto diversa da Milano, qui siamo in un piccolo centro in cui la cosa particolare è che… si conoscono tutti, basta uscire di casa».


Dopo la vittoria a Vigarano, la Halley Thunder è matematicamente ai playoff con tre giornate di anticipo. Che cosa possiamo aspettarci adesso?

«Innanzitutto siamo molto contente di questo. Giocheremo le prossime tre partite pensandone una alla volta e cercando di scalare qualche posizione in classifica rispetto all’attuale 6° posto. L’importante è rimanere concentrate, sempre, una partita alla volta, in vista dei playoff».