LBA - Amedeo Della Valle "Giocare all'estero, un passaggio importante"

Amedeo Della Valle
Amedeo Della Valle
© foto di SAVINO PAOLELLA

Amedeo Della Valle si gode, dall'alto della classifica cannonieri del campionato italiano che lo vede primeggiare, una stagione a Brescia che lo ha rimesso al centro dell'attenzione. Parla della sua carriera fino ad oggi, 29 anni, e dell'esperienza che ha accumulato con Andrea Barocci per il Corriere dello Sport.

Carriera intensa. Io ho avuto la fortuna di partire molto forte nei miei primi anni da pro' con due finali scudetto con la Reggiana. Poi Milano: la prima stagione ho giocato pochissimo, la seconda è andata meglio, avevo un ruolo più importante, ero stato protagonista in alcune gare; ma la società ha voluto fare altre scelte, assolutamente rispettabili, e ho deciso di andare all'estero, al Gran Canaria e in seguito al Buducnost, in Montenegro. Oggi sto esprimendo il miglior basket della mia carriera. Mi ha aiutato andare lontano dall'Italia: al di là della motivazione di dimostrare di essere un giocatore di alto livello, soprattutto è servita l'esperienza accumulata.

Studiare per migliorarsi. Non mi sono mai abbattuto, anzi: ho cercato di mettermi ancora di più in discussione per capire cosa potevo limare nel mio gioco e cosa poteva essermi utile per stare ad alto livello. Ho studiato tanto il gioco, capendo come "nascondermi" o evitare di andare in grossa difficoltà in difesa, dove non sarò mai uno specialista. E allo stesso tempo provando ad esaltare le mie caratteristiche offensive, perfezionando il tiro a livello di consapevolezza, fiducia, allenamenti, del giocare per i compagni.

Milano: scelta sbagliata? Son contento di aver preso quella decisione, perché non ho ancora compiuto 29 anni, sono nel pieno della mia carriera e della forma, ho ancora tanti anni di basket davanti per dimostrare le mie qualità. Certo, se fossi andato ora all'Olimpia avrei avuto una consapevolezza diversa. In ogni caso aver giocato con l'Armani mi ha aiutato ad essere quello che sono adesso.

Alessandro Magro. Io e lui intendiamo in un modo molto simile la pallacanestro, che va studiata e preparata in base ai giocatori che hai a disposizione. Magro è un coach preparatissimo e ha un grande feeling con i giocatori.