Domani: "Petrucci, una specie di prima Repubblica che non finisce mai"

Domani: "Petrucci, una specie di prima Repubblica che non finisce mai"
© foto di Canu/Ciamillo

In una spedizione azzurra alle prossime Olimpiadi di Parigi caratterizzata dalle tantissime possibilità di competere e di vittoria per gli atleti italiani, in un lungo articolo pubblicato oggi sul quotidiano Domani a firma Angelo Carotenuto gli strali puntano sulla pallacanestro italiana (ma anche sul calcio), che ha mancato la qualificazione al preolimpico di Portorico, e al suo presidente Gianni Petrucci, affiancandosi alle considerazioni di Michele Spiezia su storiesport.it. Si legge che "spicca l’immobilismo della pallacanestro, che ha mancato tutte le qualificazioni possibili, nei tornei urban da playground 3 contro 3, nella versione classica a cinque, sia in campo maschile sia in quello femminile. L’Italia dei canestri assomiglia in modo sinistro a quella del calcio. Con due differenze: vanta risultati peggiori e una superiore accondiscendenza."

Il riepilogo delle occasioni mancate dal movimento è impietoso quanto vero: "Non va sul podio europeo da 20 anni, ha mancato l’accesso ai Mondiali tre volte su sei, dal 2004 in poi c’è stata una sola partecipazione ai Giochi. Eppure l’assedio portato alla classe dirigente del calcio viene risparmiato a Gianni Petrucci, dirigente eterno, ex un po’ di tutto, alla guida del CONI per 14 anni e poi tornato alla federbasket già presieduta ai tempi in cui esistevano la lira e la Jugoslavia."

Qui arriva l'affondo al presidente federale e alla continua serie di scelte sbagliate e di presenzialismo negativo: "In questo grigio ventennio tutto da intestare a lui, Petrucci ha cacciato il solo ct capace di portare gli azzurri ai Giochi per averne uno più mediatico, ha visto sparire una piazza dietro l’altra, ha trascurato il movimento femminile fino a disertare la partita decisiva per un posto alle Olimpiadi, preferendo andare a vedere Milano-Bologna. Critica il calcio ma poi entra nella Salernitana per accompagnarla in B. Critica la politica ma ogni volta sostiene le decisioni dei ministri, dopo averle all’inizio occasionalmente avversate. Conosce l’arte di cadere in piedi, mentre il suo povero sport rimane un piccolo mondo antico ai minimi storici. Aggiornamento, studio, modernità e progresso non appartengono al basket, in una specie di prima repubblica che non finisce mai."