Portland TrailBlazers: dall'inizio pessimo alle speranze playoff

Portland TrailBlazers: dall'inizio pessimo alle speranze playoff

(di Giovanni Rinaldi). Con l'inizio dell'anno nuovo è arrivato il tempo di iniziare a pensare un po' più seriamente ai playoff, seppur ancora lontani. Ci sono delle realtà che si consolidano ed altre che invece si impongono poco alla volta e possono cambiare i precari equilibri nelle Conference. Questo è il caso dei Portland Trail Blazers, che da prevedibile capolinea della Western Conference a inizio stagione può ancora riscrivere la propria storia e accedere ai playoff.

In estate Portland è stata sotto i riflettori di tutta l'NBA. Il suo centro dominante LaMarcus Aldridge era entrato nella free agency e fior fior di squadre hanno cercato di avvalersi delle prestazioni della stella divenuta luminosa proprio nell'Oregon all'inizio della sua carriera da professionista nel 2006. Dopo aver ceduto alle lusinghe dei San Antonio Spurs, oltre ad Aldridge ecco che altri pezzi del mosaico vengono meno. Ecco partire per mete lontane anche Robin Lopez e Nicolas Batum. Con i dirigenti a parlare di rifondazione della franchigia dopo il titolo divisionale della Northwest è rimasto solo Damian Lillard, a portare la croce di quella che da li a poco si annunciava già una stagione da dimenticare.

Dopo un inizio tutt'altro che esaltante, le previsioni sembravano consolidarsi, già pensando al record negativo per poter riportare talenti a Portland e formare un nuovo nucleo operativo degno di poter lottare per i playoff nelle successive stagioni intorno Lillard e Meyers Leonard (arrivati col draft 2012), e la guardia McCollum (draft 2013). Ciononostante le acque iniziano a placarsi, in qualche maniera la squadra inizia a vincere, più in casa che in trasferta seppur siano stati più volte lontani dalle mura amiche del Moda Center. Il tabellino in casa recita 8v/6p, più cupo quello in trasferta con 7v/15p. Il record stagionale al momento dei Trail Blazers è di 15v/21p, terzi nella Northwest Division ad Ovest seppur con avversari nella propria divisione non proprio temibili (Minnesota Timberwolves, Denver Nuggets, Utah Jazz e i macina vittorie Oklahoma City Thunder).

Con questo record i Blazers sono di nuovo in lotta per un posto ai playoff, obiettivo più tangibile se gli Houston Rockets perderanno la loro prossima partita in casa Jazz stanotte. Non bisogna adagiarsi però e ciò non dipende solo dalla prossima partita dei Rockets. Se c'è una certezza ad Ovest è il livello delle contenders ai playoff, nettamente superiore rispetto alle compagini ad Est. In particolare le contenders si concentrano soprattutto nella Southwest Division dove, a parte i New Orleans Pelicans e il loro record di 11v/22p, ci sono quattro squadre capaci di poter dire la loro: gli intramontabili San Antonio Spurs (29v/6p), i Dallas Mavericks (19v/15p), i Memphis Grizzlies (18v/17p) e gli Houston Rockets (16v/19p). A parte i “vecchi” Spurs le altre squadre hanno record poco superiori al 50% di vittorie, ciò sta a dimostrare quanto omogeneo e competitivo sia il livello a Ovest.

La vera svolta sarà per i Portland Trail Blazers il saper imporsi al di sopra del 50% di vittorie, che comunque visti gli standard delle altre squadre non garantisce un certo approdo ai playoff. Sarà necessaria la costanza dei risultati e il passaggio a un livello successivo più che di Damian Lillard, ancor più leader di una squadra già sua da portare sulle spalle, che dei vari Aminu, Ed Davis, Allen Crabbe (già importante quando Lillard ha dovuto staccare la spina per la prima volta in carriera dopo 275 partite consecutive). In questa maniera si forzerebbe un po' il processo di ricostruzione e di chimica di squadra e non è detto che i risultati potrebbero arrivare, anche perché seppur conquistando un posto per i playoff e uscirne subito fuori con un secco quattro a zero sarebbe destabilizzante e illusorio. La giusta maniera dovrebbe essere continuare su regimi a cui stiamo assistendo ultimamente e vedere ciò che accade, senza fretta e senza ansia da risultati.