LBA - Sassari-Pesaro: al Palaserradimigni il quinto quarto diventa leggenda

LBA - Sassari-Pesaro: al Palaserradimigni il quinto quarto diventa leggenda
© foto di orgoglio biancoblu - facebook

(di FRANCESCO RIVANO). SPORT. Spesso, da appassionati di sport, non ci soffermiamo sul concetto e sul reale significato che realmente ha questa parola. Ormai lo Sport è parte integrante della nostra vita, assorbe le nostre attenzioni, cattura il nostro interesse, suscita emozioni contrastanti, ancor di più quando abbiniamo allo sport la faziosità del tifo. I risultati della nostra squadra del cuore indirizzano il nostro umore, ci fanno gradire o odiare quella squadra o quel giocatore a seconda del risultato. A volte ci rende addirittura persone peggiori, incapaci di discernere in modo obiettivo la realtà da quello che invece ci fa comodo pensare per giustificare una sconfitta. Ma cosa significa la parola Sport? Non voglio star qui ad annoiarvi con l’etimologia del termine, rischierei anche di cambiare la visione del mondo di qualcuno e non sia mai. Vi basti sapere che in francese antico la parola desport significava svago, divertimento e “fare qualcosa per sport” era sinonimo di “impegnare il tempo in maniera divertente”. Molti si chiederanno il perché uso il verbo al passato. E allora qualche domanda ve la faccio io: siete ancora convinti che fare sport sia sinonimo di divertimento? Il giro di affari che gravita intorno allo sport professionistico riconduce allo svago? Le liti dei genitori sugli spalti che vanno a vedere le partite dei figli adolescenti riconducono allo spasso? Gli episodi razzisti dentro (forse) e fuori (sicuramente) al campo sono sinonimo di felicità? Gli scontri tra tifoserie e gli atti vandalici contro monumenti e vetrine commerciali vi fanno pensare al diletto? Abbiamo perso un attimo la strada maestra o forse si è deciso che la strada da seguire sia totalmente diversa da quella originale tanto da far si che lo Sport sia perlopiù divisorio piuttosto che aggregante. Ma poi arriva una domenica di Aprile con temperature tali da farla sembrare una domenica di Giugno e tutto quello che di negativo si possa pensare sullo Sport viene spazzato via con un colpo di spugna.

A Sassari sono le 12 e al riparo dal sole cocente della calda Sardegna, all’interno del PalaSerradimigni, si danno battaglia due squadre che hanno ancora tanto da chiedere al campionato di serie A. La Dinamo di Markovic cerca la vittoria che potrebbe rilanciarla definitivamente nella corsa ai Playoffs; la gloriosa Vuelle vuole difendere con le unghie e con i denti una categoria che Pesaro merita non foss’altro per la passione che spinge una città intera ad amare incondizionatamente il basket. La partita è equilibrata, le squadre ribattono colpo su colpo ad ogni tentativo di fuga avversario e si arriva all’ultimo minuto con la squadra dell’Ex Meo Sacchetti in vantaggio di due punti. I Sassaresi con la palla in mano individuano il mismatch: Charalampopoulos spalle a canestro conto una guardia avversaria. Giro dorsale e canestro. Questo è quello che pensano i tifosi sassaresi sugli spalti, pensiero che diverge da quello degli uomini in grigio che fischiano fallo in attacco al greco. Da lì in poi Pesaro non sbaglia più una scelta e porta a casa una vittoria che la fa ancora sperare nella difficile salvezza. Il Banco di Sardegna si morde le mani per l’occasione persa. E i suoi tifosi? Innervositi per la sconfitta? Delusi dal risultato? Infuriati con la scelta arbitrale?

Se pensate che una sconfitta possa rovinare il sacro momento del pranzo domenicale del fiero popolo sardo, beh allora in Sardegna non ci siete mai stati. “Cofani aperti” parafrasando “ Cortes Apertas” quella splendida manifestazione durante la quale gli abitanti dell’entroterra sardo aprono le porte di casa preparando buon cibo e ottime bevande per i visitatori che si spingono fin lì ad ammirare le bellezze dei centri storici barbaricini. Parte quello che per me può essere definito il “quinto quarto” che di per sé è un concetto astruso, perché non può esistere la quinta parte di una cosa divisa in quattro, ma siccome il comportamento dei tifosi della Dinamo è astruso rispetto al resto del mondo, “quinto quarto” sia. Il parcheggio del PalaSerradimigni si trasforma nella più antica accezione della parola Sport: birra e buon vino innaffiano il cibo preparato per l’occasione, il tutto al fine di trascorrere una giornata di divertimento, di svago, a prescindere da come sia andata la partita. E quando si prepara tanto cibo i primi a essere serviti in Sardegna sono sempre gli ospiti. A nessuno interessa se Meo Sacchetti ha espugnato quella che un tempo era casa sua, perché Sassari sarà sempre casa sua; nessuno porta rancore nei confronti di Cinciarini per il fatto di aver servito gli assit decisivi, ora sono i tifosi a servirlo e la birra scorre a fiumi e guai a rifiutare; a nessuno importa se Valerio Mazzola e Bluiett hanno preso i tiri giusti nei momenti decisivi della gara, la cosa importante che ora di giusto ci sia la scelta del cibo che vogliono consumare.

Ma allora c’è ancora speranza. Ma allora c’è ancora qualcuno che lo Sport, per quanto ormai abbia preso una declinazione più tendente al serio cha la faceto, lo intende come mezzo per arrivare allo stare insieme per divertirsi. E quindi grazie popolo sassarese, perché ogni volta che torneremo a farci assorbire in maniera negativa dal risultato della nostra squadra del cuore, pensando a voi stapperemo una birra e brinderemo al fatto che lo Sport ci ha regalato due ore di svago, lontano dai veri problemi della vita, e che importa se la nostra squadra del cuore non ha vinto la partita.

Francesco Rivano nasce nel 1980 nel profondo Sud Sardegna e cresce a Carloforte, unico centro abitato dell'Isola di San Pietro. Laureato in Economia e Commercio presso l'Università degli Studi di Cagliari, fa ritorno nell'amata isola dove vive, lavora e coltiva la grande passione per la scrittura. Circondato dal mare e affascinato dallo sport è stato travolto improvvisamente dall'amore per il basket. Ha collaborato come redattore con alcune riviste on line che si occupano principalmente di basket NBA, esperienza che lo ha portato a maturare le competenze per redigere e pubblicare la sua prima opera: "Ricordi al canestro" legato alla storia del Basket. E da pochi giorni ha pubblicato la sua seconda, dal titolo "La via di fuga" Link per l'acquisto del libro.