Daspo e Cassazione, la precisazione della curva di Milano

01.08.2015 16:14 di  Alessandro Luigi Maggi   vedi letture
Daspo e Cassazione, la precisazione della curva di Milano

In relazione alle notizie pubblicate dagli organi di stampa relativamente al ripristino di 42 daspo a carico dei tifosi dell’Olimpia Milano, la Curva dopo il confronto tenuto col proprio legale Avv. G.Adami precisa quanto segue: i giornali hanno dato spazio alla sentenza della Corte di Cassazione depositata il 20 luglio 2015 n.31387 la quale ha trattato il ricorso di 2 tifosi unicamente per quanto riguarda l’accessorio “obbligo di firma”. Con la suddetta sentenza la Suprema Corte ha ricordato il principio secondo il quale l’obbligo di firma può essere emesso in occasione di comportamenti violenti o minacciosi. Principio indiscusso nella giurisprudenza specifica. La questione relativa all’annullamento dei daspo è stata trattata DEFINITIVAMENTE dal Tar Lombardia-Milano il quale si è espresso per la carenza ASSOLUTA di pericolosità dei comportamenti posti in essere dai tifosi dell’Olimpia nel corso dell’allenamento. La sentenza non è stata impugnata per cui l’annullamento dei daspo è definitivo. Di conseguenza anche la sentenza 31387/15 della Corte di Cassazione, che come già ricordato si è espressa SOLO sullo strumentale obbligo di firma, resta senza efficacia concreta poiché il divieto agli impianti sportivi era già stato annullato dal Tar Lombardia-Milano. Pertanto, la corte di cassazione che si era espressa invece favorevolmente ai tifosi dell’Olimpia Milano con sentenza del 13 novembre del 2014 riguardo un terzo ricorrente, non ha ASSOLUTAMENTE RIDONATO EFFICACIA AD ALCUN DASPO.