De Cesare, sana autocritica su una stagione deficitaria per lo Scandone Avellino

Fonte: massimo roca - il mattino
De Cesare, sana autocritica su una stagione deficitaria per lo Scandone Avellino

Dopo aver fallito per il terzo anno consecutivo l'assalto ai playoff, il proprietario dello Scandone Avellino non si nasconde dietro un dito ma spiega le ragioni della debacle in una intervista a tutto tondo concessa a Massimo Roca de Il Mattino.

"Mi sento di fare autocritica su tutto" spiega Gianandrea De Cesare. "Non c'è niente che ci perdoniamo. Un'analisi obiettiva ci consegna dei risultati positivi sotto il profilo amministrativo, organizzativo, di militanza in serie A e di qualificazione alla Final Eight. Ma è evidente che il desiderio di miglioramento sotto l'aspetto dei risultati non ha trovato soddisfazione a dispetto degli sforzi profusi.

La mia sensazione è che abbiamo perso una grande occasione. Le potenzialità le avevamo ma siamo mancati nella gestione del gruppo. C'era la necessità di maggiore rigore, attenzione e controllo sugli atleti. In sintesi: la necessità di maggiore polso nei momenti più difficili. Quando c'è stata l'urgenza di compattare il tutto dal punto di vista della concentrazione sull'obiettivo, ciò non è avvenuto.

Chi deve dosare il bastone e la carota sono anche il coach ed il manager. Vitucci è un bravissimo professionista. Nulla da dire sull'ottimo Nevola, brillante sulle questioni di mercato. Entrambi però hanno mostrato personalità simili in relazione alle necessità di gestione di un gruppo. Il risultato è che abbiamo finito per avere un atteggiamento troppo soft in una fase delicata della stagione.

In questo momento è giusto analizzare ciò che non ha funzionato, di nomi parleremo. È una situazione che deve farci riflettere sui giusti equilibri da creare. Figure di qualità che siano complementari e che ben si equilibrino tra di loro e nei confronti della squadra. Che questi ruoli possano essere ricoperti da Frates e Nevola e/o da altre persone questo lo decideremo.

L’input quest'anno era quello di creare un roster giovane, di qualità, con cestisti con caratteri più gestibili con cui fare un lavoro di prospettiva. Abbiamo sofferto una mancanza di leadership nel gruppo che siamo risusciti a compensare solo da poco con il ritorno di Green. Vorremmo continuare sullo stessa idea, magari con un pizzico di esperienza e di personalità in più”.