Rilancio Olimpia Milano? 3 domande 3 al nostro analista

Alberto Marzagalia torna a parlare con noi del momento Olimpia Milano con secche considerazioni tecniche
24.11.2015 18:19 di  Alessandro Luigi Maggi   vedi letture
Rilancio Olimpia Milano? 3 domande 3 al nostro analista

L'Olimpia Milano si appresta alla sfida con l'Anadolu Efes di giovedì sera, ultima chiamata di Eurolega, con un umore sconosciuto in queste settimane. La vittoria di Venezia, dopo tanto buio, non ha garantito luce, ma quanto meno un bagliore di essenza di squadra. Il mercato tiene comunque banco, un po' per le parole della società, un po' per un sano realismo che non può regalare certezze dopo una "W" in campionato. Ecco dunque le 3 domande 3 al nostro analista Alberto Marzagalia. Non nomi, ma necessità.

La società pare, secondo quanto risulta a svariate testate (compresa pianetabasket.com) muoversi alla ricerca di un play. Via Lawal, rinnovo contrattuale sino a fine stagione per Barac (nonostante quando detto da David Pick) e sguardo sulla regia. E' questa la strada giusta?

Non per me. Non ho ricette, forse vedo un basket all'antica, ma a questa squadra serve un centro. Un elemento stanziale, che abbia movimenti di post basso, in grado di piazzare il suo "fondoschiena" in area e non solo per puntare il canestro. Un centro possente, di chili e capacità fisiche, permette letture anche per i compagni, evitando la semplice circolazione di palla perimetrale. In questo modo, giocatori come Simon e Hummel potrebbero veder impennate le loro statistiche. Che io ricordi, solo i Suns hanno saputo fare bene senza un lungo di sostanza. Tutti parlano degli Spurs, ma da quelle parti hanno Duncan...

Tuttavia, pare che la scelta possa essere un play...

Esistono due tipologie di giocatore in quel ruolo. Il gestore, la sponda, orizzontale. E poi l'attaccante, che punta al canestro. Partiamo da un fatto, Cinciarini. E' un giocatore in crescita, una assoluta garanzia in campionato, perchè questo dice la sua storia. E se Repesa vuole correre, vuole contropiede, lui è il giocatore giusto, basta solo vedere come si pone in fase di rimbalzo difensivo, sempre sul lato giusto per dettare il passaggio di chi cattura il pallone, per poi rilanciare l'azione. Certamente, con lui sarebbe più indicato un play di penetrazione, d'attacco. Ma ho paura che una presenza ingombrante, nel suo ruolo, possa limitarlo come minutaggio, e quindi come qualità.

Dopo Venezia, e prima dell'Anadolu Efes, le scelte possono essere più complicate. Ma è davvero cambiato qualcosa domenica?

Quanto meno, si è vista meno dipendenza da Alessandro Gentile. Lui non ha colpe, ma non si possono riversare tutte le responsabilità su un giocatore di 23 anni. Questo non accade in nessuno sport di squadra, e anche Michael Jordan ha dovuto crescere prima di vincere sei titoli. E' innegabile quanto possa essere devastante, e quanto già lo sia stato ma... Faccio un esempio. Si dice che nella finale con Siena Langford rimase a lungo seduto, e Gentile si prese tutto. E' vero, ma in campo c'erano anche le prestazioni, straordinarie, di Jerrells e Hackett nei momenti cruciali. In nazionale ha dimostrato di valere già i più grandi, ma in azzurro c'erano anche Gallinari e Belinelli...