Trenkwalder-Acea, gara-6 giocata in sala stampa

Le parole dei due tecnici dopo gara-6 giocata al PalaBigi di Reggio Emilia
20.05.2013 08:53 di  Matteo Marrello   vedi letture
Max Menetti
Max Menetti
© foto di Foto di A. Bellocchi

Se gli occhi sono lo specchio dell’anima, l’anima di Roma è sicuramente ferita a giudicare dallo sguardo attonito di coach Marco Calvani che al termine del match del PalaBigi conferma: «La nostra più grande colpa è quella di aver subito sessantadue punti nel secondo tempo. A volte le partite finiscono con sessantadue punti segnati, noi li abbiamo subiti in metà partita. L’ingresso di Cervi e la difesa a zona attuata da Reggio Emilia ci hanno messo in grande difficoltà facendo via via diventare il canestro sempre più piccolo per noi. La tripla di Jeremic nel finale è stata il colpo del ko. Ora torniamo a Roma a giocare l’ultima “battaglia” consapevoli degli errori commessi».

Il coach reggiano Max Menetti con un fil di voce, dopo averla persa durante la gara, racconta che: «Oggi (ieri per chi legge ndr) mi è sembrato di essere tornato indietro nel tempo. Esattamente al 1998 quando la piccola CFM eliminò nei quarti di finale la Benetton di Zelimir Obradovic. Allora il palazzo era caldissimo ed anche oggi si è respirata l’aria dell’impresa tra la piccola Trenkwalder e l’Acea Roma. Sono veramente felice e mi congratulo con i miei ragazzi perché hanno fatto quello che ho chiesto loro, ovvero rimanere concentrati e giocare in ogni caso. Sono stati bravi a farlo anche sotto di 16 punti e con Donell (Taylor ndr) fuori per cinque falli. A fine gara ho detto loro di rimanere in campo non per provocare, ma per raccogliere l’energia positiva del pubblico. Questa energia ci servirà per affrontare la settima e decisiva sfida. Ce la siamo guadagnata e meritata ed ora vogliamo vincerla».