Sassari fa la voce grossa. Tra Roma e Reggio affiora la stanchezza

Sassari fa la voce grossa. Tra Roma e Reggio affiora la stanchezza
© foto di Foto Alessio De Marco

(Mario Arceri) - Almeno la sesta gara è già garantita per tre sfide su quattro, ed è probabile che si arrivi alla settima, ma già la stanchezza comincia a farsi sentire. Ieri Roma ha dilapidato 14 punti di vantaggio facendosi rimontare fino al -3 da una Trenkwalder che ha deluso in Taylor, ben controllato, e in Bell, ma ha trovato in Cinciarini e in Brunner due splendidi combattenti e in Filloy e Antonutti ruvidi ed efficaci protagonisti non solo in difesa. L'Acea ha invece sprecato l'occasione di godersi un comodo, tranquillo e riposante finale (come in gara 2), costretta dall'aggressività reggiana e dalla progressiva perdita di lucidità...

a ben 19 palle perse che hanno finito quasi per annullare il consueto vantaggio ai rimbalzi (10 in più) e il ritorno a buone percentuali nel tiro da tre.

E' stata comunque una gran bella partita, in stile play off e cioè dura, combattuta e spettacolare, nella quale Calvani ha potuto finalmente apprezzare il miglior Jones stagionale (6/11 al tiro e nove rimbalzi) accanto ad un Datome sontuoso nei due tempi centrali (4/7 al tiro, 5/6 dalla lunetta e nove rimbalzi anche per lui) e a Goss uscito dal letargo di Reggio Emilia in gara 4, dando il cambio a Taylor, il play romano che invece, dopo essere stato determinante martedì scorso, è incappato in una nuova giornata difficile. Continua piuttosto il mistero (o, meglio, l'inaffidabilità) dei numeri: dopo l'83-49 nella valutazione delle due squadre a favore di Roma, ieri il confronto è stato di 91-60. A Reggio Emilia la partita era finita sul +3 per Roma, ieri sul +5: scarti minimi rispetto all'ampio differenziale della valutazione complessiva. Tuttavia conta il risultato sul tabellone, che ha comunque premiato Roma lasciando indietro a poco più di un soffio gli emiliani, ma, soprattutto, lasciando ancora molto aperta la sfida. Roma ha sfruttato il servizio potendo viaggiare domani a Reggio Emilia con più tranquillità, mentre la Trenkwalder, apprezzabilissima per organizzazione di gioco, non può permettersi più alcun errore.

Una riflessione rapida sugli arbitraggi: non eccellenti finora con la constatazione però che i giovani stanno offrendo un rendimento migliore dei più anziani, esperti ed affermati fischietti. Ricambio generazionale in vista?

A Sassari, il Banco di Sardegna ha invece rullato Cantù. Se Travis Diener è rimasto per la seconda volta consecutiva sotto i dieci punti a referto (2/7 al tiro, ma cinque assist), la squadra ha preso le misure di Joe Ragland consentendo ai brianzoli la miseria di 58 punti infliggendo un passivo di 23 lunghezze. I numeri anche qui contano poco, perché è normale che, a partita ormai persa, nei play off si tirino i remi in barca per non sprecare inutilmente energie. Bisognerà vedere domenica se Cantù è davvero alla frutta o se Trinchieri, come già fatto nelle due precedenti sfide interne, saprà spremere nuove e decisive energie alla sua squadra.

Stasera Varese può chiudere il conto con Venezia dopo essersi concessa una pausa psico-fisica in gara 4. Ha perso male, dando l'impressione di preferire un allenamento in più in partita piuttosto che in palestra, evitando così una sosta troppo lunga. Vedremo oggi se l'Umana ha ancora risorse in serbo per seminare qualche altro ostacolo sulla marcia della Cimberio.

Tiene invece banco Milano-Siena, sfida che solo un anno fa valeva il titolo e che ora eliminerà una delle due prestigiose squadre fin dai quarti di finale. La Montepaschi ha sfiorato il successo in gara 2 (ko al supplementare) e ha messo a frutto il doppio confronto interno. Sta avendo un ottimo contributo da Hackett e Moss, oltre che da Brown, ed anche Carraretto ha riscaldato la mano. Nell'Armani è tornato Langford: squadra al completo e possibilità maggiori di rotazione per Scariolo: sarà interessante vedere se, come e quanto ne approfitterà Milano.

A margine la considerazione che stasera avremo già alle spalle cinque gare, e che nel prossimo mese se ne disputeranno potenzialmente altre sedici. Si marcia a una partita ogni due giorni, un ritmo forse superiore a quello stesso della Nba, voluto a inizio stagione da Virtus Bologna (che non c'è) e Varese (l'unica finora in grado, almeno sembra, di risparmiarsi qualche fatica) per spuntare almeno un incasso in più. Ne valeva la pena? E' chiaro che in fondo arriverà chi sarà capace di dosare meglio le forze, e non è un caso che la parte bassa del tabellone (3c6 e 4c5) è quella dove l'equilibrio è maggiore e dove l'usura psicofisica è più intensa.