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- Diop: "Arrivo a Sassari perché Torino mi ha fatto diventare grande"

Settima puntata del nuovo format Due tiri con…curato dalla pagina Instagram @passionegialloblu di Alberto Benadì, da sempre vicina alle gesta della Reale Mutua Basket Torino.
11.02.2022 09:32 di  Emiliano Latino   vedi letture
Fonte: @passionegialloblu
Ousmane Diop
Ousmane Diop
© foto di Dinamo Sassari

Ousmane Diop è uno dei nuovi volti della Dinamo 2020-2021, ma non sarà mai un giocatore qualsiasi. Ritornato alla base, dopo due stagioni e mezzo tra Cagliari e Torino. Sotto la guida di coach Cavina, ha dimostrato di essere uno dei migliori prospetti del campionato di Serie A2,conquistando il titolo di MVP italiano del campionato.

L’arrivo a Torino nel 2019 e due anni di altissimo livello: quanto l’ha cambiata l’esperienza torinese?

“La scelta di Torino è stata una decisione presa insieme a Sassari per trovare minutaggio importante per la mia crescita. Sono andato in una piazza prestigiosa con un progetto ambizioso; l’esperienza in maglia gialloblu mi ha cambiato e mi ha migliorato sotto il profilo umano e giocare a quel livello ha fatto lievitare il mio bagaglio tecnico”.

Possiamo dire che coach Cavina è stato l’artefice del tuo salto di qualità?

“Con lui si è costruito anche un rapporto fuori dal campo: mi ha sempre dato consigli su tutto, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche e soprattutto mentale. L’insegnamento rimastomi dentro è quello di non badare troppo alle lamentele, cercando di concentrarmi sul campo”.

Due anni straordinari all’ombra della Mole: cos’è mancato per il salto di categoria?

“I due anni di Torino sono stati positivi, un gruppo unito e grandi professionisti che porterò sempre nel mio cuore. I migliori compagni che abbia mai avuto in carriera.

Il rammarico più grande è quello di non aver vinto nessun trofeo, ma dobbiamo ricordare che la società era nuova e ottenere subito tanti trofei non era stato facile. Abbiamo raggiunto due finali, una di SuperCoppa e una per salire in Serie A contro Tortona. Hanno meritato di vincere nonostante noi avessimo dato veramente. Non è stato un fallimento, volevamo raggiungere il risultato a tutti i costi, ma purtroppo non ci siamo riusciti. Auguro a Torino tutto il bene possibile perché la piazza lo merita”.

A Sassari ha raggiunto la massima serie: era un obiettivo all’inizio della carriera?

“Indossare la maglia di Sassari è un privilegio perché ormai da 10 anni si è conferma una delle società più importanti del panorama cestistico italiano. Giocare per questi colori è anche una grande responsabilità, perché qui si respira davvero il supporto e la dei tifosi.

Sono veramente molto felice di aver avuto la possibilità di rappresentare un club così importante e cercherò di dare tutto me stesso per ripagare la fiducia che mi è stata concessa”.

Quali sono le differenze tra le due categorie?

“Intanto devo migliorare ancora tantissimo perché le differenze si sentono, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche fisico. A Torino non ho quasi mai faticato sotto canestro: quest’anno sto patendo questa fisicità che mi sembra assolutamente normale per la categoria”.

Qual è il giocatore che l’ha colpita per talento e professionalità?

 “Senza dubbio Alessandro Cappelletti per il modo di allenarsi in settimana, sempre pronto ad alzare l’asticella e migliorare sotto tutti gli aspetti. Non l’ho mai visto tirarsi indietro, anche nei momenti più difficili, dava sempre tutto quello che poteva, nonostante la giovane età”.