Under 18 M, coach Sodini presenta l' Albert Schweitzer Turnier

Under 18 M, coach Sodini presenta l' Albert Schweitzer Turnier
© foto di fip.it

Giunto alla sua 30esima edizione, l’ormai classico “Albert Schweitzer Turnier” è uno dei tornei internazionali più longevi e prestigiosi al mondo. Riservata alle Nazionali Under 18 maschili, la competizione che si svolge tra Mannheim e Viernheim, ha visto nel corso degli anni susseguirsi giocatori di talento poi diventati crack mondiali. Basti pensare, solo per citarne alcuni, a Drazen Petrovic, Toni Kukoc, Magic Johnson, Arvydas Sabonis, Dirk Nowitzki, Pau Gasol e Tony Parker. In quello che viene considerato un “piccolo mondiale” anche l’Italia ha scritto il suo nome nell’albo d’Oro e lo ha fatto vincendo la manifestazione nel 1965, nel 1969, nel 1983 e nel 2014 portando in Germania giocatori del calibro di Dino Meneghin e Antonello Riva.

Dopo la pausa dovuta alla pandemia, l’AST torna e la Federazione tedesca di Basket (DBB) ospita per la prima volta il torneo da Campione del Mondo. Non ci saranno gli USA ma non sono poche le formazioni di alto livello. L’Italia è nel gruppo B con Egitto, Cina, Grecia, Serbia e Germania Under 17. Nel gruppo A Germania Under 18, Cechia, Turchia, Giappone, Slovenia e Australia. Girone all’Italiana con gare di sola andata e le prime due classificate di ogni raggruppamento che si sfideranno nelle semifinali.

L’Under 18 è dunque pronta per partire alla volta della Germania. Pronto a ripartire dall’Azzurro è anche Marco Sodini, tecnico viareggino classe 1973 che su una panchina di una selezione Nazionale giovanile era già stato nel 2006 (vice dell’Under 18) e nel 2012 (Under 15).

“L’Azzurro è sempre un’emozione – dice il coach dal raduno romano pre-Mannheim – e quando suona l’inno prima di una gara dell’Italia la sensazione non è paragonabile a nulla, neanche ad una gara del massimo campionato. Tanto che il mio sogno da bambino era partecipare ad un’Olimpiade con la Maglia Azzurra”.

Comincia una nuova avventura. Nuovi stimoli
“Mi ci sono buttato a capofitto. Ho il massimo rispetto per la Nazionale ed è per questo che ho fatto un lungo giro d’Italia per vedere quanti più giocatori possibili. Sono fermamente convinto che la Nazionale debba essere il sogno di tutti e andare di persona sui campi per vedere i ragazzi allenarsi renda questo sogno più tangibile per coloro che lo coltivano”.

Anche l’Under 18, come tutte le altre Nazionali Giovanili, seguiranno un indirizzo comune
“C’è una linea tecnica ed etica comune dettata dal CT della Nazionale Senior maschile Gianmarco Pozzecco, che ama legare concetti tecnici a valori umani. Cercheremo di trasmetterli ai ragazzi nel percorso che faremo da qui alla fine di luglio. L’obiettivo principale è tenere sotto controllo più atleti possibili e far migliorare quelli che sono qui”.

Una stagione particolare dovuta al calendario e al Mondiale Under 17
“La nostra preparazione sarà spezzata per via anche del Mondiale Under 17 ai primi di luglio. Il nostro gruppo è composto da ragazzi del 2006 ma ci sono anche dei 2007 ed è per questo che sono in costante contatto con Giuseppe Mangone, coach dell’Under 17. Insieme costruiremo una linea comune che tenga anche conto delle esigenze delle società. La FIP ha anticipato le Finali Nazionali Under 19 Eccellenza e questo è un aiuto ma dovremo essere bravi a lavorare di comune accordo per trarre il massimo”.

Ora c’è il campo. E bisogna lavorare sodo per costruire il percorso che porterà all’Europeo
“Sono rimasto favorevolmente sorpreso da questi ragazzi. Ci siamo ritrovati qui a Roma e nonostante le differenti provenienze di tutti, sembrava che il gruppo stesse insieme da tempo. Ho notato fin da subito la loro voglia di mettersi al servizio della squadra per il bene comune. Non è sempre così scontato. Non è semplice preparare una manifestazione con solo quattro allenamenti ed è importante dare tutto per creare dei presupposti che servano poi, durante le gare, a superare le avversità”.

E arriva anche il momento delle prime scelte
“E’ sempre tra i momenti peggiori, per un allenatore, dover scegliere chi portare e chi lasciare a casa. Io però sono convinto che i ragazzi debbano tutti essere orgogliosi della convocazione. Tutti devono sapere che, se sono in raduno, è perché hanno il talento per esserci e perché l’hanno meritato con le prestazioni offerte durante l’anno. Devono sentire però la responsabilità di avere un’occasione che migliaia di altri ragazzi non hanno. Da qui deriva la grande responsabilità, per noi come Federazione e per loro come giocatori, di comportarsi sempre nel modo più corretto possibile”.

Difficile fare previsioni sul torneo di Mannheim
“Non conosciamo ancora i roster definitivi delle nostre avversarie ma il torneo di Mannheim ci servirà come test per capire il nostro livello e confrontarci con altre Nazionali europee in vista dell’Europeo di Tampere (27 luglio-4 agosto, ndr).