Dmitri Gerasimenko a ruota libera, ma con idee chiare!

Dmitri Gerasimenko a ruota libera, ma con idee chiare!

Alla domanda: "E' venuto qui per vincere?" la risposta è stata: "No, sono qui per fare profitti. Sono un imprenditore, se investo quattrini lo faccio per guadagnarci". Schietto e diretto, con questo biglietto da visita si potrebbe pensare a un businessman statunitense. Invece è la risposta con cui Dmitri Gerasimenko, dalla Russia con furore, spiega il concetto a Roberto De Ponti del Corriere della Sera, nell'intervista al ciclone che ha investito Cantù.

Come è arrivato in Brianza? "Merito di mio figlio Egor, 14 anni. L'ho spedito a Lugano a studiare alla scuola internazionale, ma è anche appassionato di basket. Così è venuto a provare qui. Un giorno mi chiama: papà, mi hanno preso a giocare a Cantù. Cantù?... il nome mi ricordava qualcosa, una squadra importante che vinceva in Europa. Ho scoperto questo club, ho visto gli stendardi appesi, i trofei vinti, mi sono chiesto: possibile che non si possa farne una società di nuovo vincente? E ho cominciato a pensare che non sarebbe stato un cattivo affare investire soldi".

Lo sport però è anche passione. "Sono appassionato di basket e mi piace questa gente, tutti pensano a lavorare e tutti sono malati di pallacanestro. Fare profitti è il modo migliore per costruire una grande squadra reinvestendo"

A chi dice che fa la squadra. "No, l'allenatore sceglie, poi alla fine se serve chiedo spiegazioni. È il mio ruolo". Magari Fabio Corbani, esonerato prima di Natale, non la pensa esattamente così. "Mai dato indicazioni su come far giocare la squadra. Io metto a disposizione i giocatori, e tutti meritano di stare in campo".

I giocatori li sceglie Dmitri, però. "Questi erano già stati scelti". In futuro chi li sceglierà? "Io, ovvio, è il mio lavoro di proprietario. Non credo molto nei general manager: è facile scegliere senza responsabilità. Se ci metto i soldi, mi prendo anche la responsabilità delle scelte".