LBA - Wright-Foreman: "Pesaro, vogliamo la salvezza a tutti i costi. Sacchetti? Amo il suo modo di fare"
Justin Wright-Foreman della Carpegna Prosciutto VL Pesaro è stato protagonista del format di LBA "5 domande a...". Il giocatore statunitense ha parlato della vittoria contro Sassari e delle sensazioni di queste settimane in Italia: "Penso domenica si sia visto che stiamo lottando per qualcosa che ci sta a cuore. Vogliamo evitare una cosa così spiacevole come una retrocessione, soprattutto perché siamo davvero una bella squadra, siamo affamati e non stiamo lottando ognuno per se stesso, ma proprio perché c'è un obiettivo comune da raggiungere. Penso che ciò di cui abbiamo più bisogno è certamente rimanere positivi, continuare con questo motore e con questa motivazione senza farci mai scoraggiare".
Su Pesaro, Wright-Foreman ha speso belle parole: "Giocare per questa piazza è fantastico. Ad ogni partita c'è sempre tantissima gente, ho notato come gli spalti si riempiano nel weekend, si sente tantissimo il supporto dei tifosi quando scendiamo sul parquet. Noti quanto sia rumoroso il pubblico nel momento in cui la squadra avversaria va in lunetta e loro cercano di distrarre il giocatore che tira ai liberi; c'è un frastuono tale a palazzo quasi da non riuscire a sentire le parole del proprio compagno di squadra che ti è vicino. È proprio un bellissimo posto in cui giocare. Le persone qui sono grandiose, mi piace andare al ristorante e non importa che la gente sappia oppure no chi io sia, vengo trattato con il massimo rispetto in ogni caso; mi piace davvero tanto questa sensazione, perciò giocare qui a Pesaro e vivere qui è fantastico".
Il rapporto con Meo Sacchetti. "Posso dire con tutta onestà che amo il suo modo di fare. Il coach è uno che conosce perfettamente i suoi giocatori, sa come parlare con loro e questa certamente è una delle prime ragioni che mi hanno spinto a venire qui a Pesaro. Ho fatto le mie ricerche, ho chiesto a tanti altri giocatori informazioni su di lui e tutti quanti mi hanno solo dato risposte positive parlandomi nello specifico di come capisca i giocatori e le loro esigenze. Proprio perché è stato anche lui un giocatore e sa come si vince in questo sport, pretende davvero molto in difesa e vuole il massimo da ognuno dei suoi ragazzi. Arrivato a questo punto della mia carriera voglio anche io dare il mio contributo in difesa, aggredire il portatore di palla o rendere la vita complicata inseguendo quello che potrebbe essere il miglior giocatore degli avversari. Ho già imparato molto da quando sono arrivato qui: coach Sacchetti è un grande insegnante, come ho già detto pretende molto in difesa dai suoi giocatori e in allenamento si ferma per darmi alcuni consigli, mi prende da parte per parlarmi, si ferma con me a guardare i filmati e mi aiuta a capire meglio il gioco. Non ho giocato molti anni in Europa, perciò non conosco ogni aspetto di questa pallacanestro e sia il coach che i suoi assistenti si fermano sempre per darmi una mano, spiegarmi nuovi modi in cui potrei fare meglio, mi insegnano come sfruttare il mio fisico e come difendere sul pallone. Sono tutti pronti ad insegnarmi qualcosa e questo atteggiamento non lo trovi ovunque".