Angelo Barnaba: «In Federazione ho imparato tanto e ho dato il massimo»

30.10.2010 10:38 di  Matteo Marrello   vedi letture
Fonte: Momento Basket
Angelo Barnaba
Angelo Barnaba

"Il consigliere federale Angelo Barnaba ha restituito formalmente al presidente della FIP Dino Meneghin l'incarico di coordinatore delegato del Settore Squadre Nazionali maschili. Il presidente Meneghin, preso atto con dispiacere della decisione irrevocabile del consigliere Barnaba, lo ha ringraziato di cuore per quanto fatto in questi due anni di fattiva collaborazione dove ha dato dimostrazione di forte attaccamento alla maglia azzurra e di capacità manageriali ed organizzative di alto livello che sicuramente torneranno comunque utili alla FIP in futuro. Il presidente Meneghin parlerà della rinuncia del consigliere Barnaba nel prossimo Consiglio federale del 19 novembre".
Partiamo da qui? Perché no, è la notizia piuttosto sconvolgente della settimana, arrivata a molti come un fulmine a ciel sereno, ad altri... come dimissioni molto attese. Lui, nativo di Putignano ma da sempre residente a Monopoli (sempre di Puglia parliamo...), consigliere federale dal 2005, dopo una intervista che ci ha rilasciato un paio di anni fa, ritorna in "coperta" proprio con il nostro inserto in un momento particolarmente caldo. Lo ringraziamo sentitamente perché non è affatto facile riprendere a parlare dopo una parentesi ancora aperta, fresca ed assolutamente discutibile.
Dottor Barnaba, tutto bello a Bari (tranne il risultato del campo), una grande organizzazione, un grande lavoro, una gran bella parentesi nella sua Puglia, poi la notizia che lei lascia il Settore Squadre Nazionali...
"La ringrazio per le lodi al lavoro svolto per Bari Sede Unica, che mi sento di dover condividere con i tanti amici che hanno lavorato duro insieme a me per garantire la buona riuscita di questo progetto, per la FIP fortemente innovativo. La Presidente FIP Puglia Margaret Gonnella ed il suo staff di collaboratori e volontari hanno svolto un'opera formidabile a livello locale, l'Area M.E.C, coordinata da Nicola Tolomei ha assicurato a sua volta un supporto prezioso al successo dell'iniziativa. E' mancata la qualificazione diretta, ma credo che il successivo allargamento a 24 della fase finale abbia premiato gli sforzi della FIP, che ha vinto la sua sfida di rinnovamento prima presentando al PalaFlorio il suo volto migliore, poi facendo sentire in ambito FIBA la sua voce, tornata ad essere autorevole grazie al carisma ed al prestigio del Presidente Meneghin. Per quanto mi riguarda, avevo iniziato da tempo a riflettere sul mio ruolo di Responsabile del Settore, nel frattempo ho cercato comunque di fare del mio meglio per assicurare un'organizzazione di alto livello e di vivere con serenità giornate storiche per il territorio dove sono nato e risiedo".
Le sue dimissioni sono giunte abbastanza inaspettate al di fuori della Federbasket. Nel suo interno però, in Via Vitorchiano, già si sapeva da un po' che la situazione avrebbe potuto evolversi in questa direzione.
"Nella mia vita ho avuto il privilegio di non dover mai nascondere le mie intenzioni ed azioni. Al termine della scorsa estate ho posto nella sede istituzionale, il Consiglio Federale, alcune questioni che ritenevo meritevoli di attenzione. Consideravo le risposte importanti, perché per svolgere il lavoro che mi era stato affidato occorre una motivazione personale fortissima, che va costantemente corroborata. In 20 mesi ho attraversato in lungo ed in largo l'Italia e l'Europa, centomila km. percorsi in auto, 150 giorni l'anno lontano da casa. E' chiaro che sentirsi apprezzati all'interno dell'organizzazione che trae beneficio da questi sacrifici aiuta non poco ad andare avanti".
Insomma, pare che Lei abbia chiesto, anche giustamente, un incentivo economico per affrontare al meglio un lavoro che svolgeva "full time", una parentesi all'interno della nostra Fip che non lasciava spazio ad altre attività professionali. E' andata così? "Direi proprio di no. Quella dell'adeguamento delle diarie e dei rimborsi era solo una delle questioni che avevo posto in evidenza, non certo quella principale, almeno nella mia visione delle cose. Conosco bene la differenza tra l'attività in favore della FIP svolta "a contratto" e quella di coloro che come me ricoprono cariche elettive, quindi evidentemente sapevo di non poter chiedere una remunerazione vera e propria del mio lavoro. Anche perchè, in quel caso, avrei dovuto parametrare la richiesta al compenso percepito dall'ottimo professionista che durante la precedente consigliatura si occupava di una piccola parte del lavoro che stavo svolgendo io, precisamente dall'Under 18 in giù... Dico questo solo per ribadire che non ho mai pensato a nulla di tutto ciò. Per quanto concerne le altre situazioni cui accennavo prima, quelle per me veramente importanti, aggiungo solo che per poter proseguire ritenevo fondamentale promuovere un franco chiarimento sull'interpretazione del ruolo stesso del dirigente federale e sull'autonomia decisionale che chi ha determinate responsabilità deve necessariamente possedere. Sono sempre stato contrario alle deleghe in bianco, comode quanto pericolose: preferisco lavorare di più ed analizzare sempre con scrupolo tutte le situazioni, solo così si possono prevenire successivi imbarazzi. Nello svolgimento della mia attività ho sempre cercato di garantire a tutti i soggetti coinvolti il rispetto che si deve alle persone e di evitare di attribuire a taluni di loro dei vantaggi ingiusti: cosa che può sembrare banale, ma non del tutto scontata se si va oltre l'apparenza del 'politicamente corretto' ".
Seguendo un po' le parole e gli scritti di siti specializzati e settimanali cestistìci, nelle scorse settimane è venuta fuori una polemica in relazione all'organizzazione della tournee negli States della Nazionale Under 18, con coach Bizzozi e Marcelletti nelle vesti di senior assistant. Si è parlato di costi elevati per un'esperienza, questo è sicuramente vero, comunque molto utile ai nostri ragazzini in crescita. Lei aveva parlato a tempo debito di questa possibilità per i giovani azzurri?
"La tournee negli USA era stata inserita in bilancio addirittura nell'ottobre del 2009. Tuttavia la possibilità che fosse effettivamente realizzata era legata alle economie che si fossero riuscite ad effettuare durante i primi 9/12 del 2010. Infatti, avendo ricevuto il Settore Squadre Nazionali Maschili una riduzione molto significativa nell'attribuzione delle risorse con cui costruire il bilancio preventivo di quest'anno (-16% circa) rispetto all'anno precedente, non era stato possibile destinare risorse alle attività giovanili in calendario nel periodo ottobre - dicembre. Avevo pertanto deciso, insieme ai miei collaboratori, di prevedere la tournee negli U.S.A. solo in via eventuale, con l'intesa che se non fossimo riusciti ad effettuare economie tali da garantire la regolare operatività dei programmi tecnici in quest'ultimo scorcio di anno, avremmo rinunciato alla tournee ed utilizzato proprio quelle somme già disponibili in bilancio, che erano quindi state appostate come una sorta di "riserva". La buona amministrazione ed iniziative innovative come "Convoca la Nazionale" ci avevano consentito di reperire fondi aggiuntivi, così nell'ultima settimana di settembre, operate le necessarie verifiche contabili, ho potuto dare l'ok definitivo a questa iniziativa, che reputo un momento di crescita globale per questi fortunati giovani che la stanno vivendo. Probabilmente qualche esperto di comunicazione sarebbe in grado di spiegare i meccanismi in base ai quali una "non notizia" diviene improvvisamente interessante per i media; per me si tratta della più classica delle tempeste in un bicchier d'acqua".
Di tutta questa storia, delle sue richieste, delle risposte avute, delle parole di sostegno (ma anche di quelle critiche), degli amici/nemici che a Lei si sono avvicinati, cosa Le rimane più impresso? Una sua valutazione su come è andata realmente...
"Ho ricevuto delle attestazioni di stima ed amicizia veramente notevoli, che in alcuni casi mi hanno commosso. Le parole che ho avuto l'opportunità di ascoltare e leggere in questi ultimi giorni mi hanno regalato la certezza di aver speso bene il mio tempo e le mie energie in Federazione. Ero sereno prima, lo sono ancora di più adesso, perché so che il tempo contribuirà in modo determinante a fare chiarezza su molte situazioni e a dare il giusto significato a questa mia decisione, che è stata ponderata almeno quanto dolorosa. Avevo iniziato un percorso che immaginavo molto più lungo e vissuto il grande sforzo iniziale come propedeutico ad una prosecuzione più lieve e soddisfacente. Tra l'altro detesto lasciare le cose a metà, ma ho fatto ciò che in questo momento storico ritenevo fosse più giusto, senza badare ad interessi personali o tatticismi che non mi sono mai appartenuti".
Cosa pensa di aver dato a livello organizzativo e professionale alla Federazione Pallacanestro in questi suoi anni di fattiva collaborazione?
"Da parte mia ho cercato di essere il più possibile rigoroso e professionale anche se operavo in regime di dilettantismo. Avevo consapevolezza di non essere arrivato a guidare il Settore per caso e sentivo di avere piena dignità per farlo. Non mi sono risparmiato e credo che qualche primo tangibile risultato fosse già arrivato. Ho riunificato il Settore, prima diviso in 2 tranche; creato staff di lavoro più qualitativi e capaci di dialogare tra loro; ho ricercato nuova attenzione sul come fare le cose, curando in misura diversa rispetto al passato i dettagli organizzativi e l'immagine della FIP. Il tutto spendendo molto meno rispetto al passato e promuovendo significative nuove entrate, come nel caso dell'organizzazione delle 4 gare, evento di Bari in agosto. Tutto questo mi consente di essere soddisfatto e convinto di aver dato il massimo nell'espletamento di un incarico difficilissimo, ricevuto forse nel peggior momento possibile".

Ma lo sa che dopo le sue dimissioni qualche altro componente del Consiglio Federale pare si sia immediatamente proposto per la sostituzione?
"Mi permetta di dubitare sulle sue fonti, che non ho modo di verificare! Comunque, in genere trovo le autocandidature molto divertenti...".
Cosa pensa di uno Statuto che riconosce solamente le spese sostenute da chi lavora notte e giorno per un'idea che poi potrebbe essere anche vincente? Come valuta il famoso "gettone di presenza"? Perché è ancora un tabù chiedere il riconoscimento dell'onesto lavoro (e del tempo...) che un professionista mette a disposizione di una qualsiasi Federazione?
"Probabilmente in futuro si arriverà a considerare la necessità di riconoscere a chi ricopre determinati incarichi nelle Federazioni Sportive un minimo di corrispettività tra il lavoro svolto, con grande dispendio di tempo e professionalità, ed i relativi indennizzi. L'alternativa è quella di dover rinunciare ad avvalersi di determinate collaborazioni e di doversi limitare ad usufruire dell'aiuto solo di chi può permettersi di dedicare grande parte del proprio tempo perché libero da problemi lavorativi. Va da sé che non sempre chi si trova in queste condizioni (ad esempio un pensionato) possiede le qualità professionali e relazionali e le energie richieste da determinati ruoli. Ricordo che in passato alcune Federazioni avevano cercato percorsi alternativi per aggirare determinati ostacoli, ma credo che nel medio periodo la via maestra dovrà essere quella di prendere atto di quelli che sono processi ormai irreversibili nella nostra società ed adeguarsi ai tempi, nella prospettiva di dare più qualità ed incisività all'azione dirigenziale. Lo Sport è materia molto seria e complessa da amministrare ed ai massimi livelli deve essere, a mio avviso, gestito da persone in possesso di elevate e comprovate capacità professionali".
Come andrà a finire tutta la vicenda? Le sue sono dimissioni irrevocabili? Come vede il suo futuro all'interno della FIP?
"Non ho la sfera di cristallo e non mi è dato sapere quali saranno le valutazioni della vicenda che mi riguarda che il Consiglio Federale farà nella prossima riunione. Da parte mia, ho già detto al Presidente che resto in Consiglio Federale determinato a dare il mio contributo fino alla fine del mandato, con lo stesso spirito con cui ho iniziato a servire la Federazione nel 2005. Sento di aver dato e ricevuto molto in questi anni e posso solo ringraziare chi finora ha avuto tanta fiducia in me, consentendomi di vivere esperienze di grande valore umano e professionalmente molto formative. Ho la fortuna di essere entrato in Consiglio Federale molto giovane e di conoscere già molto bene l'intero universo federale, che è molto più variegato e complesso di quanto non si possa immaginare. Oggi, a 43 anni, sento di avere ancora da esprimere il meglio in questo contesto e mi considero una risorsa a disposizione per il futuro della FIP e del movimento".
Dica la verità, Dott. Barnaba: sente di aver commesso errori in tutta questa vicenda? Rifarebbe tutto nello stesso modo?
"Non sono mai stato impulsivo, semmai ho il vizio di ragionare qualche volta troppo sulle cose prima di farle. Solo tra qualche tempo mi sarà possibile capire se il mio gesto sarà valutato come il sacrificio inutile di un inguaribile idealista oppure come un segnale di rigore e coerenza, come l'ho vissuto io, cercando di restare fedele a me stesso ed agli insegnamenti ricevuti da persone di valore negli anni già trascorsi in Federazione".
Carlo Fallucca