#somethingdifferent è un libro di Marco Crespi, e non solo quello

04.12.2014 15:23 di  Umberto De Santis   vedi letture
#somethingdifferent è un libro di Marco Crespi, e non solo quello

Emozione viva e, per qualcuno più tenero, anche l’occasione per una lacrimuccia. Questo l’effetto per i partecipanti alla presentazione del libro di Marco Crespi che racconta con molta partecipazione la sua avventura sulla panchina della Mens Sana basket nell’anno in cui è fallita mentre il coach la guidava all’ennesima finale scudetto. La sala messa a disposizione dal Comune a Palazzo Patrizi era stracolma di persone, che hanno seguito anche dalle scale la scaletta proposta da Giuseppe Nigro, senese giornalista della Gazzetta dello Sport. L’intervento dell’assessore Leonardo Tafani, che è anche Ds della Polisportiva Mens Sana 1871 e che aveva seduto accanto il presidente Piero Ricci, è segnale di una riconciliazione positiva dopo qualche polemica nel finale della scorsa stagione che non era stata chiarita pubblicamente.

La lettura di alcuni passaggi del libro fatta da Massimo Basile del Corriere dello Sport (e che ha collaborato con Crespi alla scrittura del libro) evidenzia la complessità della personalità di Crespi che, se negli atteggiamenti in campo appare sempre un personaggio sopra le righe, nelle pagine accorate sprigiona una delicatezza e una attenzione  che sa esprimere perfettamente il pathos di momenti sportivi e di vita molto personali e particolari. Un libro da consigliare a chi voglia conoscere la bellezza del basket, ma per estensione dello sport, aldilà del fatto puramente agonistico della vittoria e della sconfitta e di una storia di pallacanestro da film. Il culmine si è toccato quando, nel ricordare il perché dell’hashtag scelto a inizio stagione e tornato prepotentemente alla ribalta quando la squadra è rimasta senza presidente (mai nominato) e sotto tutela della Guardia di Finanza (idem), è stato raccontato che nelle finali contro l’Olimpia Milano migliaia di persone hanno indossato sugli spalti la maglietta bianca con la scritta verde #somethingdifferent.  

La maggior parte di queste persone è rimasta a casa, anzi chi fa parte del tifo organizzato che qualche mese fa spingeva la squadra oltre i limiti imposti dalla logica ha emesso un comunicato che critica alcuni aspetti di questa vicenda. L’organizzazione dell’evento, cui ha partecipato l’editore senese del libro, è stata messa nelle mani di una nuova società di eventi che porta lo stesso nome dell’hashtag ed è composta da ex dipendenti della Mens Sana basket di Minucci. Un copyright di cui essi si sentono proprietari e che per tanti di conseguenza non è più condivisibile. Questo ha portato a uno scontro sotterraneo che ha ridotto suo malgrado il buon Crespi a un ruolo marginale togliendogli l’appeal incredibile di cui godeva. Tanto da far apparire alcuni accorgimenti, come la destinazione dei proventi a un’opera concreta di beneficenza o il racconto della genesi del libro nelle parole dell’editore, palliativi per rimediare a una certa leggerezza nella preparazione della presentazione.

Peccato, perché il lavoro dell’autore è stato egregio e nel tempo confermerà la sua fortuna proprio perché se le vicende si svolgono nella piccola Siena, hanno un respiro narrativo universale in cui, come ad esempio in film americani come Coach Carter, ognuno di noi può riconoscersi. Perché quello che conta in questa storia non è il risultato finale la vittoria o la sconfitta, ma il percorso che è stato fatto partendo che presupposto che per l’opinione pubblica potesse nemmeno valere la pena di cominciarlo, questo percorso. Un percorso fatto di crescita, di valori, di condivisioni e maturazione. In cosa sia #somethingdifferent la nuova società di eventi non sappiamo, ma certamente in Palazzo Patrizi la commozione dei partecipanti alla presentazione del libro era autentica.