Antonello Riva, la leggenda del basket in campo per Genova

Fonte: Francesco Velluzzi - Corriere della Sera
Antonello Riva, la leggenda del basket in campo per Genova

Ha segnato 14.397 punti in serie A, ne ha fatti 46 in una sola partita in Nazionale, dove è ancora il miglior marcatore con 3.775 punti. Ha vinto lo storico oro europeo di Nantes nel 1983 e tutto, dalle coppe dei Campioni agli scudetti, a livello di club. E allora che ci fa Antonello Riva, a 55 anni, in campo con la Nazionale Basket Artisti, insieme a dj Ringo e Stefano Nosei, Valeria Solarino e Geppi Cucciari, Simona Molinari e l’ex Miss Italia Alice Sabatini? «È molto semplice: regalare un sorriso a chi è meno fortunato di te è qualcosa di speciale. Non ti pesa minimamente fare centinaia di chilometri per andare a giocare una partita per chi ha subito calamità naturali o per chi ha bisogno di un gesto che può servire a far qualcosa di utile. Sono sempre stato così. Sono cresciuto alla scuola di Cantù che ha formato uomini, prima che campioni».

Antonello Riva è stato ancora una volta l’anima e l’ospite più atteso venerdì 12 ottobre a Casale Monferrato, dove tra krumiri e cioccolatini, si respira sempre aria di grande basket. E dove, soprattutto si gioca per aiutare le famiglie sfollate dopo il terribile crollo del ponte Morandi di Genova. L’appuntamento al Palaferraris: di fronte agli artisti, gli Zena Friends, vecchie glorie del basket genovese e di Casale, sotto la regia della Novipiù, la squadra che milita in A2. «Quel che mi piace - racconta Riva - è lo spirito di queste partite. Ci sono spensieratezza, un minimo di goliardia, amicizia, grande gioia. L’aspetto umano che viene sempre prima di tutto. Non ho più voglia di arrabbiarmi in campo, l’ho fatto per troppo tempo - aggiunge - quando il lato agonistico era ovviamente fondamentale. Per questo motivo gioco solo per beneficenza, con gli artisti e non più nelle squadre degli over».

Il virus del basket gli è rimasto dentro e non sparirà mai. Basta però trasformarlo in qualcosa che può aiutare chi ha bisogno. Quindi «mantenere quello spirito che ho già visto con la squadra di calcio dei Bindun (associazione creata da Bergomi, Baresi e Ferri ndr) e con la casa di Gino (nata per aiutare i ragazzi diversamente abili insegnando loro a lavorare nei campi, ndr), mi diverte e rasserena». La Nazionale Basket Artisti è nata a Biella il 7 aprile del 2000 da un’idea di Simone Barazzotto che, da allora, ha sposato tante cause, le più toccanti le sfide con la Nazionale Magistrati per non dimenticare la strage di Capaci, portandole avanti con illustri testimonial: dal compianto Fabrizio Frizzi, ricordato con una partita il 27 aprile a Roma, a Massimo Giletti, primo presidente, proprio perché biellese e storico amico di Barazzotto. Poi gli immancabili Nosei e Ringo, ma anche gli Stadio, Luca Carboni, Jonis Baschir e Alessio Bernabei. Fino all’avvento delle donne. «Rimettermi a giocare come quando era ragazzina è stata una sensazione unica», spiega la cantante Simona Molinari, l’ultima stregata dall’idea del basket solidale.

La Nazionale Basket Artisti ha donato più di 500 mila euro. E Barazzotto lavora per un sogno: «Una grande partita a New York nel 2020 per i 20 anni della squadra. Ma prima andiamo ad aiutare chi ha perso tanto a Genova. Più di 50 persone arriveranno con due pullman». E poi Riva, appunto. Che nel frattempo si è inventato una nuova professione nella quale ha coinvolto tutta la sua famiglia: la promozione delle bibite energetiche di PM-International, un’azienda tedesca sul mercato italiano da 10 anni: «Ho coinvolto mia moglie Marina e i due figli, con la quale da sempre condivido tutto». Antonello è sempre stato così. Fedele a valori e principi. Da quando giocava nella sua Cantù. Quando li definivano i «pretoni», nelle storiche sfide con Milano e Varese. Un gigante capace anche di slanci di bontà.