Lega A - Avellino, Totaro: «Due errori: non prendere Menetti, il cambio tardivo di Vucinic»

Fonte: Il Mattino edizione Napoli/Avellino - Massimo Roca
Lega A - Avellino, Totaro: «Due errori: non prendere Menetti, il cambio tardivo di Vucinic»

(di Massimo Roca). Ci sono due tipologie di giocatori che restano nella storia: i campioni, i bomber, i giocatori universalmente riconosciuti di qualità superiore e poi ci sono le bandiere, i capitani, chi è stato capace di lasciare il segno oltre la mera prestazione tecnica, profondendo in campo sempre qualcosa di più. Senza cadere nella retorica, Matteo Totaro appartiene sicuramente alla seconda categoria. Per lui una militanza lunga in casa Scandone (è arrivato appena sedicenne) culminata con la promozione in serie A2 del 1995-96 e la successiva stagione, l'ultima ad Avellino. Per lui la passione per il basket è intatta.

Totaro, cosa non ha funzionato? «Sono 5-6 anni che facciamo grandi squadre, ma non riusciamo a centrare un trofeo. E questo aspetto comincia a pesare. Uscire dai playoff sarebbe mettere l'evidenziatore rosso ad una stagione nata male. Non si può sostituire un coach della qualità di Sacripanti con Vucinic. Non controfirmare il contratto già sottoscritto da Menetti è stato il primo errore. Alberani non è riuscito a trovare il bandolo della matassa. Sono arrivati giocatori con caratteristiche contrastanti. È stata gestita male la situazione di momentanea crisi societaria. Bisognava prendere un altro tipo di posizione rispetto all'esposizione mediatica a cui è stata sottoposta la società in quel frangente. Ciò ha comportato la perdita di un campione come Cole ed ha cominciato ad incrinare la considerazione del club agli occhi dei giocatori».

Il cambio di Vucinic è stato tardivo? «Credo che sia stato assolutamente inutile nel momento in cui stato operato. Poi cambiarlo per Maffezzoli, che era già all'interno, non ha avuto molto senso».

La società non ha lesinato sforzi, ma questo gruppo non ha mai dato l'impressione di saper dare qualcosa di più. Taluni hanno palesato sfiducia nei confronti di Vucinic per poi tirare i remi in barca. Perché? «Credo che non abbiano solo sfiduciato Vucinic ma tutto l'ambiente. Le voci, le partenze, le vicissitudini stagionali, hanno finito per sfilacciare il gruppo e far prevalere l'interesse personale. Oggi registriamo le voci di Filloy a Milano o Venezia, altri con le valigie pronte e la Scandone con un pugno di mosche in mano dopo aver pagato questi giocatori».

Tanti, troppi infortuni... «Questa domanda mi fa venire in mente un'altra domanda e non necessariamente collegata al tema che mi stai sottoponendo. Perché è stato mandato via il preparatore atletico Silvio Barnaba?».

C'è stato il problema italiani. D'Ercole e Campani insufficienti, Filloy ha ammainato la bandiera troppo presto... «Qualcuno ha dimostrato che se l'aria non è buona, si tira indietro. Per il resto, D'Ercole impalpabile per la categoria. Mi sarei aspettato una conferma di Zerini visto che chi l'ha sostituito ha dato pochissimo alla causa».

PalaDelMauro salottiero... «Oggi l'ambiente si aspetta di più. Le potenzialità hanno generato attese che sono rimaste disilluse. Avellino ha bisogno di una vittoria. Che sia una Coppa Italia, un qualsiasi trofeo, ma è una necessità impellente. Se poi c'è addirittura l'inversione di tendenza, con una squadra che non entusiasma, scollata dalla città e dagli obiettivi, è normale che la gente perde di entusiasmo e si allontani».

Da chi dovrà ripartire la Sidigas? Forse servirebbe un Matteo Totaro in campo e fuori... «Bisogna scegliere un allenatore importante, carismatico. Matteo Totaro? Sono noto per la mia spigolosità volto al bene della squadra. Va inserita una figura societaria che faccia da raccordo tra squadra e società in grado di tutelare gli interessi della stessa, ma anche in grado di portare tempestivamente determinante istanze all'attenzione della società. Magari un ex giocatore o una figura locale visto che di avellinesi ce ne sono pochi».