LBA - Cremona: Pecchia, la star senza glutine di Giorgio Gandolfi

LBA - Cremona: Pecchia, la star senza glutine di Giorgio Gandolfi
© foto di Severino Bigi

Un altro ritratto di Giorgio Gandolfi, che dopo la prestazione di domenica ha gioco facile nel proporre un Andrea Pecchia che sta attraversando un momento di forma eccellente con la Vanoli. Sulle pagine de La Provincia di Cremona.

È l'uomo del momento. Andrea Pecchia, dopo aver iniziato a giocare nella squadra del Meta 2000 di San Donato Milanese, viene reclutato dall'Olimpia Milano e si può dire che Paolo Galbiati, allenatore della Vanoli, lo abbia portato dalle elementari alla laurea, visto il record personale in Serie A con i 23 punti segnati domenica contro Reggio Emilia.

Racconta Galbiati: "Ho iniziato ad allenare Andrea nelle giovanili dell'Olim pia e lui, oltre a disputare il campionato Under 17, squadra con cui vincemmo un titolo nazionale, giocava contemporaneamente in C Gold, prima al Basket Boffalora e poi alla Pallacanestro Bernareggio, squadre che erano affiliate all'Olimpia, e che ho allenato. È un ragazzo con cui ho condiviso un bellissimo gruppo, che mi ha spinto ad affrontare la carriera di allenatore professionista. È un giocatore dalla rara intelligenza cestistica, molto allenabile e sono convinto possa ulteriormente, ha solo 24 anni, riuscire a fare passi in avanti in carriera".

Mentre era nelle giovanili dell'Olimpia, Luca Banchi, allenatore della formazione in serie A in quegli anni, lo aggregò alla prima squadra, e offre questo ritratto di Pecchia: "Non mi sorprende del suo percorso, perché si vedeva che era tra i migliori prospetti italiani. Lo avevo incluso tra gli italiani della prima squadra perché era un giocatore versatile, quello che gli americani chiamano utility player, capace di giocare in ruoli diversi. Molto allenabile, disponibile, attento, disciplinato e con una grande etica di lavoro".

Il suo percorso continua a Treviglio, dove per tre stagioni viene guidato da Adriano Vertemati, attuale allenatore di Varese, per poi approdare in Serie A a Cantù dove Cesare Pancotto lo inserisce a 21 anni in quintetto base: "Mi aveva impressionato per la sua voglia di voler migliorare continuamente", dice Pancotto "per la sua ambizione di voler diventare un giocatore importante, era un giocatore che faceva gruppo e che migliorava il gruppo, una dote non da tutti".

Continua Pecchia: "Il primo anno di Cantù è stato molto bello, il secondo meno a causa del Covid, della mancanza dei tifosi e perché era terminato con la retrocessione, ma non rinnego nulla di quanto è successo e affrontato in quella stagione, un ulteriore passo in avanti verso la mia maturazione".

I tre allenatori con cui abbiamo parlato lo hanno descritto come un giocatore versatile, votato anche alla difesa, un agonista. Non aspettatevi quindi che tra gli esempi a cui si ispira vi siano le grandi stelle dell'Nba, ma giocatori concreti su entrambi i lati del campo, come David Moss di Brescia e Jeff Brooks di Venezia, che incarnano gli esempi di come lui gioca.

"Devo migliorare in molti aspetti, da quello fisico, e sto lavorando con il preparatore atletico Torresi, come sul tiro e il controllo di palla, sui quali mi allenano gli assistenti Brotto e Mangone. Vorrei avere la visione di gioco pazzesca di Peppe Poeta e l'atletismo e la fisicità di David Cournooh".

I suoi costanti passi in avanti, anno dopo anno, gli hanno fatto guadagnare la convocazione sia a tutte le nazionali giovanili dall'Under 16 all'Under 20, poi alla sperimentale e a quella del 3X3, e, infine, lo scorso anno alla nazionale maggiore con Sacchetti come allenatore.

Al di fuori del campo di gioco è un ragazzo tranquillo, a cui piace trascorrere il tempo libero con Beatrice, la sua ragazza, andare al cinema, giocare con i videogiochi, scoprire ristoranti con ingredienti senza glutine, essendo celiaco, ed è amante di tutti gli sport, "compresi padel e pingpong". In campo, invece, si trasforma, onnipresente in attacco, in difesa ed a rimbalzo, ed in grado di marcare diversi ruoli. In breve, un guerriero.