Dan Peterson da Salerno: «Ruolo da protagonisti per gli italiani»

Il coach è stato la star al Bits di Salerno, la grande kermesse del basket in strada
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Dan Peterson da Salerno: «Ruolo da protagonisti per gli italiani»

"Mi fido di Sacchett i e Tanjevic. Sono due grandi allenatori ed eccellenti conoscitori del mondo della pallacanestro. Sono sicuro che la loro strategia porterà a dei risultati importanti. Ma bisogna capire che per rilanciare la Nazionale, e in generale il livello dei giocatori italiani, bisogna che i nostri ragazzi giochino di più. E ci siano meno stranieri in campo". Le parole di Dan Peterson, pronunciate questa estate al Bits (Basket in the Street) di Salerno, sono più che eloquenti. Il coach della grande Milano, che vinceva scudetti ed era temuta in Europa, spiega anche perché sono cambiate le prospettive.

«Non c'è bisogno di un mago - dice Peterson - per capire che prima gli italiani avevano responsabilità nel gioco. E in campo andavano con la convinzione di dover fare qualcosa, non solo di fare presenze sporadiche o passare la palla agli americani. Che, peraltro, erano quasi sempre tutti di grande livello e contribuivano a migliorare anche la qualità degli altri giocatori». Il parallelo con la sua Olimpia Milano è presto fatto. «In quella squadra, negli anni, c'erano grandi stranieri - dice l'allenatore - penso a Ken Barlow piuttosto che a Joe Barry Carroll o Bob Me Adoo. Ragazzi che anche in Nba giocavano e vincevano. Senza dimenticare Mike D'Antoni. Ma i nostri italiani avevano responsabilità: prendevano tiri importanti, dovevano fare giocate decisive. Roberto Premier faceva 15 tiri a partita. E ne segnava tanti, molti decisivi. Che dire poi di Dino Meneghin, difendeva e segnava contro i grandi centri europei e americani senza mai mollare. E i fratelli Boselli o Renzo Bariviera, anche loro erano protagonisti in campo. Ecco, bisogna tornare a questo: fare in modo che i giocatori italiani siano protagonisti sul parquet."

La giornata trascorsa da Dan Peterson al Bits di Salerno è stata entusiasmante per le centinaia di persone accorse a vedere il coach. E lui non si è tirato indietro al cospetto di tanto affetto. Anzi ha addirittura fatto una sorta di «miniclinic» sul pick and roll. Mostrando il segreto di quel movimento che è diventato il segno distintivo della sua Olimpia Milano con il gioco tra D'Antoni e Meneghin. Il Bits di quest'anno ha raggiunto numeri record. Un successo enorme con migliaia di persone che ogni giorno hanno affollato l'area campi.