Cantù: il PalaDesio-Pianella e l’idea di potersela giocare con Scafati

10.06.2022 19:05 di Paolo Corio Twitter:    vedi letture
Cantù: il PalaDesio-Pianella e l’idea di potersela giocare con Scafati
© foto di pallacanestrocantu.com

Cantù supera Scafati al PalaDesio per 79-68 e allunga la serie: ci sarà gara 4 (sabato 11 giugno, ore 20,45) e, forse, ci sarà di nuovo anche il festoso lancio di rotoli di carta igienica dopo il primo canestro dei brianzoli. Con buona pace del cassiere del club che dovrà pagare l’inevitabile multa, sono proprio quella montagna di carta e l’indaffararsi dei ragazzini per rimuoverla il prima possibile dal campo a regalarci il primo flash-back di quell’atmosfera da Pianella evocata alla vigilia dagli Eagles.

Allora non si usava ancora accendere gli smartphone al buio alla presentazione delle squadre (anche perché, ai tempi del nostro flash-back, c’erano solo i “telefonini”), ma c’era già quella coreografica cascata di carta praticamente di rigore nei derby contro Milano o Varese, ma riservata anche ad altre sfide ad alta tensione. Partite in cui Cantù partiva molte volte da sfavorita, ma con la convinzione di potersela giocare fino in fondo e quindi determinata a farlo. A volte andava bene, altre no, ma il fatto di averci provato conservava quella convinzione anche per la partita successiva e quindi per l’intero Campionato. Se c’è un’eredità di quei tre scudetti e quelle 12 coppe internazionali conquistate in passato, è proprio l’attitudine a non pensare dalle parti di Cantù che un risultato sia precluso, che una rimonta sia impossibile.

Il pubblico del PalaDesio-Pianella ha ancora una volta voluto trasferire quello spirito ai dodici in maglia biancoblu e per una sera ha funzionato. Ha funzionato soprattutto con Bayehe, che dopo aver innescato il lancio di rotoli ha fatto seguire a quel primo canestro una prova da 14 punti e 18 di valutazione, resa più preziosa dalla nervosa serata di Cusin (6 punti, nessun rimbalzo) che si è auto-escluso da larga parte del match con tre evitabilissimi falli nel primo quarto. Ha funzionato su Stefanelli (11), che ha continuato a provarci a dispetto di percentuali non eccelse (2/7 dal campo) fino a raccogliere 6 preziosi punti dalla linea dei liberi e infilare la tripla del 66-60 che ha ricacciato indietro per l’ultima volta Scafati. Ha funzionato su Nikolic (9 punti, 2 rimbalzi), accentuando la sua innata indole di lottatore, e ha contribuito a dare sicurezza ad Allen per una doppia cifra tonda malgrado quel 4/12 dal campo. Ha funzionato su Matteo Da Ros (17 punti, con 7/9 da due, 8 rimbalzi), che certo non ha bisogno di essere motivato a vincere, ma che in stagione abbiamo visto poche volte così deciso ad attaccare il canestro. E ha funzionato su tutti difensivamente, come dimostrano i punti concessi quarto dopo quarto agli avversari: 17 - 20 - 19 - 12.

Certo, su quel 12 nell’ultima frazione ha pesato non poco il fatto che Scafati si sia ritrovata con Daniel (14, top-scorer dei suoi) a passeggiare cautamente dietro la panchina da metà terzo quarto per un infortunio e poi con Clarke (8, 4 assist) a sua volta ko su quella stessa panchina subito dopo il 59-60 del 32°. Ma è anche vero che quello è stato l’unico sorpasso dopo le schermaglie iniziali e che per il resto del match Cantù è sempre stata avanti e, soprattutto, non s’è fatta mai prendere dall’ansia che può attanagliare in certi momenti chi è di fatto con le spalle al muro. 

Come detto da coach Sodini a fine partita, prima regola dei playoff è resettare tutto, perché ogni partita è storia a sé. Ma quello che i giocatori di Cantù devono mantenere è quella convinzione di potercela fare: questo sabato e, nel caso, anche in gara 5 al PalaMangano, con uno spirito esattamente contrario a quello dimostrato nelle prime due partite di finale. E se poi Bryant (2 punti, 2 assist in 22’), parso in grande difficoltà a condividere il campo con Vitali, riuscisse anche a trovare un ruolo diverso e più produttivo da combo-guard… allora l’effetto PalaDesio-Pianella sarebbe completo. (Paolo Corio)