Lega A - Enel Brindisi, è l'ora del canto del cigno?

Lega A - Enel Brindisi, è l'ora del canto del cigno?

I segnali c'erano, come già successo a Treviso con l'abbandono dei Benetton, e come potrebbe succedere a Milano se l'Olimpia Srl - che non fa parte della galassia Armani - dovesse essere rifiutata dagli eredi del grande Giorgio. Anche la New Basket aveva avuto, fin dal 2014, l'avviso che Enel non sarebbe stata più la stessa per la formazione pugliese, che la società elettrica avrebbe intrapreso altri discorsi di ristoro alla città per i fastidi creati dalla centrale, che il flusso di sponsorizzazione arrivato anche a 1,7 milioni di euro (uno dei più elevati in assoluto dell'ultimo decennio di serie A) si sarebbe interrotto. Secondo le voci che rimbalzano dalla Puglia, sul tavolo di Fernando Marino ci sarebbe ancora un biennale inferiore a 600.000 annui per dirsi addio nel migliore dei modi possibile.

Cosa farà la società? Il primo dato è sull'affluenza di pubblico. Brindisi non è nemmeno tra i primi dieci palazzetti d'Italia quando Venezia ne accoglie di media 3338. La passione è tanta, ma il palazzo da cinquemila non c'è, non ci sarà e se dovesse esserci ci sarà da attendere cinque anni. Penalizzata così la prima voce di ricavi. Il territorio non esprime una grande potenzialità di aziende di un certo livello che si possano impegnare in un discorso economico di sponsor oneroso. Marino afferma che "senza Enel non si può andare avanti" quindi ritiene che la filosofia di marketing di questi ultimi anni non possa essere rivista, né ripensata. La conseguenza nei fatti sarà che il biennio che ci attende possa divenire un lungo canto del cigno...