LBA - Della Valle in coppia: rapporto padre e figlio nel basket pro

LBA - Della Valle in coppia: rapporto padre e figlio nel basket pro
© foto di SAVINO PAOLELLA

Intervista doppia per Amedeo e Carlo Della Valle. Figlio e padre con una carriera professionistica di alto livello a testa, hanno raccontato il loro rapporto dentro e fuori dal campo, nelle pagine di Tuttosport alla vigilia della Final Eight di Torino, città dove papà Carlo è stato importante giocatore negli anni Ottanta.

Cosa vuol dire essere “figlio d’arte” per l’attuale capitano della Germani Brescia. “Non un significato particolare. Avevo l'obiettivo di seguire quello che aveva fatto mio padre, per un semplice motivo: la pallacane­stro mi è sempre piaciuta. Nello sport mio padre è sempre stato e sarà sempre fonte d'ispirazione. E non so cosa voglia dire subire la pressione da parte dei genitori.”

Cosa vuol dire essere un “padre d’arte” per Carlo. “Che è un piacere vederlo gioca­re a basket. Ma sono orgoglioso soprattutto di com'è Amedeo a livello umano, come si compor­ta con i compagni, con gli avver­sari, con gli allenatori. Se gioca bene per me mette una ciliegi­na sulla torta, ma che è già buo­na grazie al suo modo di essere e di agire.”

Amedeo ricorda del trionfo nella scorsa edizione della Germani. “Arrivavamo da un momen­to particolare. Le cose non stava­no andando benissimo, avevamo bisogno di ritrovarci. Anche sul piano personale avevo dei pro­blemi. La Final Eight ci ha fatto accendere, abbiamo ritrovato en­tusiasmo ed energie che pensa­vamo di non avere. Una vittoria entusiasmante che assocerò per il resto della mia vita a un ricor­do di una persona speciale, la mia cara amica Carlotta che proprio in quei giorni ci aveva lasciato”. Anche per Carlo ricorda il successo dello scorso anno con grande piacere: “Brescia era arrivata alle Fina­li senza tante pressioni. Sono sta­ti bravi a ricompattarsi e a gioca­re di squadra in modo eccellen­te. Ricordo le facce felici dopo la vittoria. In particolare, quella del proprietario del club, Mau­ro Ferrari, ripagato dei tanti in­ vestimenti fatti con un successo che ha permesso alla società di entrare nella storia del basket italiano.”