Vincenzo Esposito: di NBA, basket tricolore, e futuro

Vincenzo Esposito: di NBA, basket tricolore, e futuro
© foto di foto Elisa Maestripieri

Non ci trova tecnicamente granché di interessante nella NBA attuale il tecnico della The Flexx Pistoia Vincenzo Esposito, che, intervistato sulla Gazzetta dello Sport, regala la sua opinione sulle cose del basket importanti a firma Mario Canfora.

Tecnicamente, l'NBA. «Poco. Fatico a guardare una partita intera perché di tecnico c’è poco, spesso si assiste a un torneo di uno contro uno e di tiro. Meglio Euroleague e Ncaa».

Basket tricolore. «Di sicuro non è in salute. È un malato, anche se non grave». Che interventi ci vorrebbero? «Soffriremo con i club e la Nazionale per altri 8-10 anni, quindi ci vorrebbe una terapia d’urto. Finora ho sentito solo chiacchiere. Non ho ricette, ma sediamoci tutti attorno a un tavolo e discutiamone. Fermo restando che si dovrà partire dalla base, lavorando sodo sui settori giovanili e sulla formazione degli allenatori».

Allenare, strada facile? «Al contrario. Ho trovato solo porte chiuse. Per due anni zero opportunità, forse c’erano timori per la mia forte personalità, non saprei. È stato triste, sono andato alle Canarie a gestire un bar. Poi, la chiamata della mia Caserta tre stagioni fa».

Come alleno. «Curo il dettaglio come fanno nei paesi dell’Est, poi adatto il sistema ai giocatori che ho, usando la praticità e la flessibilità degli americani. Mi sento sempre uno di loro».

Formula per la serie A. «Non c’è la formula perfetta, dipende come vengono utilizzate e dalla capacità di noi coach nel lanciare ragazzi».