Lega A - Sutton e Trento pronti alla battaglia per la rivincita

Lega A - Sutton e Trento pronti alla battaglia per la rivincita

Dominique Sutton, il protagonista mancato della finale scudetto della passata stagione. Uno stiramento assassino in gara 2 che lo taglia fuori dalla tenzone, e quando rientra nelle ultime tre gare lo limita enormemente. Quindi lo vediamo arrivare a questa semifinale scudetto 2018 con una sana voglia di rivincita, sulla Reyer e sul destino, per un'Aquila che lo ha reso forse il primo protagonista del campionato italiano. Ecco le domande di Vincenzo Di Schiavi della Gazzetta dello Sport:

Regolamento di conti? Finalmente è arrivata l'ora di concentrarci su di loro. Il ricordo di quella sfida è vivo nelle nostre teste. Una serie che, non lo nego, aspettavamo. Non vediamo l'ora di iniziare e per farlo al meglio l'obiettivo numero uno sarà arrivarci al top della forma, prendendoci cura del nostro corpo e restando sani.

Il segreto di una Trento brillante. Credo sia tutto legato all'importanza della posta in palio. Mi spiego: tante squadre perdono concentrazione negli ultimi due o tre mesi della stagione. Bruciano troppe energie nella prima parte del campionato, poi arrivano alla fine con problemi di infortuni, giocatori stanchi e tendono a disunirsi. Per noi invece è l'esatto opposto. Magari partiamo male, mentre tutti giocano bene noi facciamo fatica, andando ciascuno alla ricerca della chimica con i compagni e del proprio ruolo nella squadra. Poi verso metà stagione, quando le vittorie iniziano a contare, iniziamo a giocare al meglio.

L'avversario che può mettere Sutton in difficoltà esiste? Probabilmente no. Usciamo da una serie in cui mi sono dovuto misurare con Fesenko, il giocatore più imponente della lega e penso d'aver fatto un buon lavoro su di lui anche in copertura individuale, quindi non penso di dovermi preoccupare del confronto atletico con qualche avversario. Semmai dovrò stare attento al problema opposto, evitando che il mio eccesso di atletismo finisca per danneggiare il gioco mio e della squadra. A volte succede.

Quanto conta Buscaglia. Tantissimo. Ci dà la libertà di esprimerci senza voler controllare tutto, evitando di riempirci di regole e costrizioni. Questa impostazione produce la fiducia necessaria per rendere al meglio e competere.

Futuro. Sto benissimo qui, anche se a 31 anni ho ancora il sogno dell'EuroLeague, non voglio dire bugie. Però adoro Trento, ho un rapporto speciale con i tifosi e il club è super. Quindi se non sarà Eurolega, sarà Trento.