LBA - Daniel Hackett, e il viaggio che dal CSKA l'ha portato a Bologna

LBA - Daniel Hackett, e il viaggio che dal CSKA l'ha portato a Bologna
© foto di EuroCup Basketball

Daniel Hackett, eletto due volte di fila in questa stagione giocatore della settimana da EuroLeague Basketball, non pensava che l'avrebbe conclusa come stella della Virtus Segafredo Bologna. In una lunga intervista sul settimanale “Sportweek”, racconta questi ultimi mesi, cominciando da come è venuto a sapere della guerra in Ucraina.

Venti di guerra. Col Cska, la mia squadra, ero a Monaco di Baviera per una partita di EuroLeague. Al mattino accendo il cellulare e mi appare una sfilza di messaggi: "hai visto? è scoppiata la guerra! Accendi la tv!". Ho guardato la Cnn e la triste realtà era proprio che la Russia aveva invaso l'Ucraina. La prima reazione emotiva è stata una sensazione simile a quella provata quando esplose la pandemia. Ho pensato: qua si ferma tutto di nuovo. Poi ci siamo riuniti tra noi giocatori. Alcuni di loro in Ucraina avevano la famiglia, un medico e due fisioterapisti sono ucraini di origine. C'era ansia, ma era anche il giorno della partita: bisognava cercare di mantenere un filo di concentrazione nonostante la situazione surreale.

Un insegnamento dalla cultura russa (in cui ha vissuto per quasi 4 anni) per Hackett. Forza mentale. Se vuoi stare là a lungo, devi imparare a gestire i tuoi sbalzi umorali. Vedi poco sole e tanto grigio, tanta neve. È una realtà un po' cupa che ti fa capire quanto lontana sia l'Italia, dove tutto è diverso, dal clima al resto. Forza mentale significa anche giocare sapendo che non ti è concesso sbagliare. Noi la chiamiamo "pressione", in Russia è qualcosa di più profondo e pesante ancora: conta solo la vittoria e devi ottenerla. La sconfitta è ammessa, ma è meglio non vederli arrabbiati.

La scelta di venire alla Segafredo. Perché c'era stato un primo contatto in cui era emersa reciproca curiosità. Abbiamo cominciato a parlare di un accordo in vista dell'estate. Le cose che sono successe hanno anticipato i tempi. Ho detto sì perché la Virtus è un club storico, con una grande voglia di tornare tra le grandi di Europa. La sfida e il progetto mi intrigavano. Da parte mia credo di aver ancora qualcosa da dire in Italia”.

Questa Serie A. Competitiva e fisica, quindi interessante. Non ci sono solo Milano e Bologna con alle spalle grandi imprenditori come Armani e Zanetti, ma anche realtà consolidate come Venezia, Brescia, Sassari, fino alla neopromossa Tortona.

Curioso futuro nel post-carriera. Sogno di giocare finalmente da ala grande nelle minors, le serie minori.