Italia - "La faccia tosta" che vuole Meo Sacchetti per la Nazionale

Italia - "La faccia tosta" che vuole Meo Sacchetti per la Nazionale

Comincia oggi l'avventura di Meo Sacchetti alla guida della Nazionale azzurra, per andare alla caccia ad un posto alla prossima World Cup 2019 in Cina attraverso le qualificazioni per le quali la FIBA, fin dal 2014, aveva previsto la calendarizzazione nei mesi di novembre e febbraio. Come facilmente prevedibile in assenza di accordi e di sanzioni, il nuovo tecnico partirà privo del quintetto base - Hackett, Belinelli, Datome, Gallinari, Melli - che gioca in EuroLeague o in NBA. Per La Repubblica a firma Walter Fuochi ecco alcune sue considerazioni:

Non dimezzati. "Gioca chi c'è e di chi è a casa vorrei non parlare più. Va così, faremo con gli altri e faremo in modo che diventi la loro grande chance. In emergenza, capita spesso che le difficoltà si trasformino in opportunità. È quello che dirò ai ragazzi al raduno. Non siete seconde scelte, se in Nazionale avete avuto poco spazio e siete stati ai margini, finora, questo è il momento per farsi valere. Diciamo allora che, rispetto a chi saremo, sono curiosissimo anch'io. Intanto, sarà la mia prima squadra, da un pezzo, in cui potrò parlare solo italiano".

Assemblare un gruppo. "A Sassari cercai di esaltare le qualità di quel gruppo, che erano notevolissime, sia tecniche che di carattere. Anche in Nazionale cercherò di far esprimere le qualità migliori di ciascuno, chiedendo meno possibile di fare cose diverse. Vale pure qui che saranno apprezzate doti di carattere, faccia tosta. Vorrei vedere poche titubanze. Se c'è da fare un tiro in più, prego. Se è giusto farlo, s'intende. Se poi si fa canestro... Scherzo. Ripeto, sono curioso. Una squadra la conosci quando inizi a guardarla in faccia, uno per uno. Lì capisci come stanno insieme, quanto sono disponibili, che rapporto instaurano fra di loro".

Anima difensiva. "Non ho parlato con Ettore (Messina, suo predecessore, ndr), credo che lo farò, e resto convinto che pure lui si fosse adeguato agli uomini che aveva a disposizione. Avesse avuto Danilo Gallinari, avrebbe dato alla squadra un'impostazione più offensiva, sicuro. Poi, neanch'io dirò mai che difendere serve poco. Intanto, alimenta anche l'attacco. Dà più palloni, più possessi, più tiri. E meno conteggi su chi poi questi tiri se li prende..."

Chiamati alla leadership. "In regia. Luca Vitali sta esprimendo in campionato, con quella Brescia che non perde mai, una leadership forte. È un playmaker con capacità di letture non comune, e stavolta non sarà usato da terzo regista, o da uomo di rottura. È la sua occasione, si dia da fare. Poi, Alessandro Gentile. Lo voglio vedere di persona. Due anni fa era tra i più forti, e di anni adesso non ne ha trentacinque. Immagino possa tornare a quel livello lì".