A2 - Stefano Mancinelli "Il problema non era Legion, ma il nostro non-giocare insieme"

A2 - Stefano Mancinelli "Il problema non era Legion, ma il nostro non-giocare insieme"

Finalmente rientrato in campo e protagonista di una bella gara a Orzinuovi, Stefano Mancinelli è tornato sotto i riflettori e Damiano Montanari lo ha intervistato per Stadio su questo momento che sta attraversando la Fortitudo Bologna:

Americano 1. Io cerco di aiutare al massimo la squadra. Non è che, perché uno è americano, deve essere più forte di un italiano. La qualità non è legata al passaporto. Ci sono americani buoni e italiani buoni, così come americani scarsi e italiani scarsi. Si è detto di me e Guido, ma tutti dobbiamo fare il massimo per vincere. Come è accaduto contro Orzinuovi.

Legion e l'attacco. Il problema non era Legion, ma il fatto che prima non giocavamo insieme. Contro Ferrara e contro Orzinuovi ci siamo svegliati e abbiamo iniziato a far girare la palla. Alcuni erano abituati a giocare 30′-40′. In una grande squadra non funziona così. Quando giocavo a Milano o nella Fortitudo ai tempi d’oro, al primo o al massimo al secondo errore stavo fuori. E’ giusto così.

Comuzzo. Comuzzo è un allenatore incredibile. Conosce il basket molto meglio degli allenatori di Serie A. Lui e Matteo si conoscono a memoria. Molti dicono che Boniciolli ci dia pressione e Comuzzo no. Obradovic “se li mangia” i giocatori. Matteo ti aiuta a fare emergere la tua personalità. Se vuoi arrivare ad alti livelli, gli allenatori sono così.

Trieste. Possiamo battere Trieste. L’importante è vincere. Sarebbe un bel segnale. Il campionato è ancora lungo. Le chiavi? Passarci la palla e difendere. Poi ci aiuterà il popolo biancoblù: sicuramente sarà uno dei PalaDozza più caldi di sempre.
Americano 2. Adesso siamo così e siamo forti. Se poi la società dovesse trovare un giocatore per darci una mano, sarebbe una cosa buona. Ma bisognerà trovarlo ottimo, altrimenti non avrà senso.