Scommesse sui minori, il basket e la FIP chiamano il governo

Petrucci: "Una legge che vieti queste giocate"
Fonte: Corriere della Sera - Roberto De Ponti
Scommesse sui minori, il basket e la FIP chiamano il governo

Prosegue l'inchiesta e la campagna di sensibilizzazione di Roberto De Ponti sul Corriere della Sera sulla vicenda delle scommesse fatte in tutto il mondo sulle partite dei campionati giovani di pallacanestro italiani. Segnatamente quello Under 20, ma se leggete di seguito, non solo.

Non è un bel momento quando scopri che qualcuno, dall'altra parte del mondo, scommette su di te a tua insaputa. 0 peggio ancora sulle prestazioni sportive di tuo figlio minorenne, che gioca a pallacanestro per puro divertimento ma che muove soldi veri tra Filippine, Australia e Giappone. Sembra una vita fa, ma era soltanto il 2012, quando in Italia si discuteva sulla possibilità o meno di scommettere sulle partite della Coppa Carnevale di Viareggio. Non si punta sullo sport giovanile, si opponeva l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; sono squadre famose e non c'è rischio di imbrogli, risposero le agenzie di scommesse. Per non saper né leggere né scrivere, la Federcalcio modificò l'articolo 6 del codice di giustizia sportivo, estendendo il divieto di scommettere su gare che riguardavano «competizioni in cui militano le proprie squadre» anche a tesserati dilettanti, quindi non solo ai professionisti. Questo pur tenendo ben presente che operatori del Sud Est Asiatico quotavano sfide del campionato Primavera e persino degli Allievi.

Dal 2014 il palinsesto degli eventi su cui è possibile scommettere, fino a quel momento controllato dai Monopoli, è stato liberalizzato. E gli operatori si sono buttati a pesce su qualsiasi manifestazione sportiva possibile e immaginabile. L'equazione è semplicissima: più eventi, più scommesse, più soldi incassati. E poco importa se il rischio di illeciti si allarga a macchia d'olio: non è un problema delle agenzie. Così l'ultima frontiera delle scommesse è stata scomodare partite di campionati poco più che parrocchiali, trattandole come se fossero la finale Champions League: puntate in tempo reale, quotazioni che variano di minuto in minuto, possibilità di seguire live l'evoluzione della partita, la stessa partita di cui non si hanno notizie sui siti federali. E a finire in mezzo ai guai è stato il basket giovanile italiano. Under 20 regionale, meno di questo c'è soltanto la sfida tra amici nel Campetto sotto casa.

Soltanto ieri sera, il sito di scommesse bet365 permetteva di puntare su ben 13 partite, sparpagliate su tutta Italia, da Gerardiana Monza-Cusano Milanino a Valle d'Itria Martina-Nardo, ma per Paderno Dugnano-Leone XIII si poteva scegliere tra Sisal, Eurobet e Bwin. La sfida di Valle d'Itria, con tutte le statistiche e i precedenti su Sofascore, era nascosta anche nei meandri live di Snai, ma Bwin ha scavalcato tutti quotando la supersfida Sport 2000-Basket Roma, campionato Under 18, per ovvi motivi in campo soltanto minorenni. I bookmaker «storici» sono perplessi per una simile deriva: «Il live è un sistema semplicissimo per riempire gli spazi morti e fare un regalo agli scommettitori compulsivi di tutto il mondo. I tanti live danno popolarità. Il problema non è solo morale, quanto pratico: estendere le scommesse a partite non controllabili permette di tutto, dalle piccole truffe agli "innocenti" illeciti». Già, innocenti.

La Federbasket sta provando a muoversi. Parole del presidente Petrucci: «Il problema ora riguarda noi, ma può toccare qualsiasi federazione popolare. Noi siamo solo gli apripista. Per questo, d'intesa con il Coni, vogliamo presentare al governo una proposta perché avvii l'iter per una legge che vieti le scommesse sui campionati giovanili. In Danimarca funziona già così». Basterà per fermare questa piaga? Nel frattempo ci sono ragazzini che provano a buttare il pallone in un canestro e, senza che loro lo sappiano, ci sono adulti a migliaia di chilometri di distanza che scommettono sul fatto che lo centrino o no.