Scommesse sui minori: ecco l'intervento delle istituzioni

Scommesse sui minori: ecco l'intervento delle istituzioni

Il governo italiano sta lavorando per arginare il fenomeno delle scommesse (legali) sui risultati delle partite dei campionati giovanili italiani. A proposito Roberto De Ponti per il Corriere della Sera ha intervistato il vicepresidente del Consiglio e sottosegretario con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti.

Scoperta. «E sa come l’ho scoperto? Un paio di mesi fa, a Varese, la domenica esco da messa, un amico mi viene incontro e mi dice: ma sai che cosa succede? Sui siti si può scommettere sulle partite di basket di mio figlio. Abbiamo controllato. Ed era vero. Sono stato io a comunicarlo a Petrucci. Ma capisco che Federbasket e Coni possono farci ben poco».

Aiuto al governo. «E il governo si sta muovendo. Questo è un tema che mi è particolarmente caro. E in parte lo abbiamo affrontato anche con 0 decreto Dignità». Però un conto è stabilire se un operatore di scommesse può sponsorizzare o meno una società sportiva. Una sponsorizzazione può aiutare a svolgere attività sportiva. Molto diverso invece è permettere a un operatore di quotare partite di tornei giovanili di basso profilo. «Ne sono consapevole. Viviamo in un mondo complicato, dove la globalizzazione sta facendo più danni della grandine. E il sistema che permette ai Paesi pirata di rilasciare licenze alle agenzie di betting non aiuta».

Arginare il problema. «Stiamo lavorando per aderire alla Convenzione di Magglingen, che prevede una serie di normative che dovrebbero prevenire, individuare e sanzionare la manipolazione delle competizioni sportive regolamentando le scommesse». La Convenzione risale al 2014. «E questo fa capire quanto sia difficile trovare un punto d’incontro. Finora hanno firmato tre Paesi, noi vorremmo essere il quarto. Poi ci sono Paesi come Malta che stanno in Europa per farsi gli affari propri e fanno lobby giocando contro».

Bloccare le scommesse. «Io vorrei fare di più: vietare le scommesse relative a qualsiasi sport dilettantistico. Perché i dilettanti sono più vulnerabili. Si vuole puntare? Va benissimo, ma sugli sport professionistici, per ovvi motivi». È fattibile? «Ieri abbiamo avuto una riunione tecnica con i nostri omologhi danesi per vedere che percorso seguire. Sono in contatto continuo con il direttore dell’Agenzia dei Monopoli, Benedetto Mineo; ho un collaboratore, Michele Sciscioli, che si occupa a tempo pieno di questo problema. Sono convinto che otterremo un risultato. Certo il percorso è duro». Che cosa avete in mente? «Tenendo conto dei limiti e del contesto globale, bloccare in primis i banditi che operano nel settore. È un messaggio chiaro che va mandato ai soliti noti che gestiscono il betting». Oscurando i siti, per esempio? «Per esempio. Anche se poi a quel punto succede che un operatore si trasferisce, faccio un esempio non casuale, a Malta e siamo da capo. Per questo dico che serve una strategia sovrannazionale. Anche se…». Anche se? «…anche se io all’inizio credevo che le quote sul basket minore si trovassero solo su siti pirata. Poi invece abbiamo visto che sono anche nei live di tutti gli operatori nazionali, gli stessi che si lamentano di essere per- seguitati dal governo. Però questa persecuzione allora un po’ se la meritano…».