Mens Sana Basket: Macchi manda al macello anche foglia di fico Dattile

26.04.2019 20:16 di Umberto De Santis Twitter:    vedi letture
Mens Sana Basket: Macchi manda al macello anche foglia di fico Dattile

"Il mio mandato scade il 26, e dovrà coincidere con il pagamento della rata federale. Salvataggio del titolo sportivo, da effettuare entro il 30 di aprile." Massimo Dattile era stato chiaro, semplice, deciso nella forza tranquilla che aveva espresso in conferenza stampa solitaria. Il fragore degli assenti era altissimo quanto la voglia di non essere immortali per sbaglio in una foto da "Chi l'ha visto?".

Siamo intorno all'ora di cena del 26 aprile: il comunicato stampa dell'avvenuto pagamento della rata federale non è arrivato nella nostra posta elettronica, lo scoop del giornalista appollaiato sulla balaustra non è nelle news del basket, il chiacchiericcio fitto dei tifosi a mezza voce è da un pò che pensa ad altro. Ci prenderanno per noia e per sfinimento, ci faranno passare la voglia di fare qualcosa per questa squadra (e di ricordarci di quanto abbiamo fatto), fino a farsi dimenticare perfino nell'instant book che commiaterà la Mens Sana Basket 2.

Massimo Macchi utilizza con "sapiente" regìa, anche di fronte a una indagine giudiziaria molto pesante come può esserlo una appropriazione indebita contestata, il solito gioco del rinvio. Ci è stato riferito che oggi abbia incontrato Dattile, ma senza far conoscere al mondo quanto vil denaro abbia messo nelle sue mani. Ve lo diciamo noi, per logica induzione: nulla. Né diretto, né in forma di finanza esterna. Ma poiché non ci sono le annunciate dimissioni dell'amministratore unico, possiamo temere che Dattile abbia ricevuto la promessa che tutto sarà sistemato entro la data del 30 aprile.

Che ci costa aspettare? A parte il fatto che il Dott. Dattile si stia giocando agli occhi degli appassionati senesi una bella fetta di reputazione, nulla. Ma non sono problemi di Massimo Macchi, ovviamente. Comunque quello di questa società è un percorso in cui l'accanimento terapeutico avrà certamente fine. Il 28 maggio nelle stanze del Tribunale prima, nel primo Consiglio federale FIP dopo il primo di luglio poi.

Per quanto riguarda il fantomatico fondo inglese di cui nessuno sa il nome e su cui hanno favoleggiato alcuni report giornalistici nelle ultime settimane senza alcuna capacità indagatoria, è chiaro che non ha nulla da spartire con la società di pallacanestro dei Macchi. E' chiaro che non ha rivelato né il suo nome né la sua consistenza alla Polisportiva. E' chiaro che - stando al comunicato dell'ufficio di presidenza mensanino - non sappiano esattamente nemmeno di cosa stanno parlando. E' chiaro che, come ogni buon fondo, non sia neanche interessato a farci conoscere da chi e dove provengano i capitali, se i capitali ci sono visto che la cessione del PalaEstra sarebbe fatta con un mutuo trentennale. Come quello del marchio Mens Sana Basket ceduto da Minucci alla Brand Management di Rimini nel marzo 2012. Ci hanno preso proprio per sprovveduti!