Lega A - Fermato dalla polizia, Mike James accusa "Perché sono nero?"

Fonte: Corriere della Sera a cura di Andrea Galli e Alessandro Pasini
Lega A - Fermato dalla polizia, Mike James accusa "Perché sono nero?"

Una serie di tweet più esplosivi delle sue famose triple dal parquet; un’accusa di discriminazione razziale che immediatamente accende (e manda regolarmente fuori giri) i social; la ricostruzione e il chiarimento che chiudono (forse) il caso. È la storia del movimentato sabato pomeriggio di Mike James, 28enne americano di Portland, playmaker e star dell’Armani Exchange, al suo primo anno a Milano, cominciata alle 16 con un primo cinguettio dal suo account Twitter @TheNatural_05: «Io e i miei due amici siamo appena stati controllati dalla polizia in mezzo a 50 passanti. Sono scesi dall’auto con le pistole in mano intimandoci di mostrare i documenti. Ho risposto che non avrei mostrato nulla finché non avessero messo via le pistole». Nel secondo tweet, un minuto dopo, James aggiunge: «Mi hanno detto che era tutto normale, e di stare calmo, ma a me non sembra normale scendere da un’auto e puntare la pistola alle persone». Ma la parte più forte del suo arto d’accusa sta nella risposta a un follower che insinua: «Se fossi stato bianco, nessuno ti avrebbe fermato». James scrive: «Sì, lo so». Una presa di posizione netta, rafforzata dall’uso, in un altro tweet, dell’espressione «profiled by the police», che sottintende una presunzione di colpevolezza o, semplicemente, l’essere considerati sospetti solo sulla base della propria pelle. «Succede anche in Europa…», commenta amaro James. Se l’accusa è chiara, non lo sono subito i particolari della vicenda. Di certo, perché James lo scrive in un’altra risposta su Twitter, il fatto è avvenuto vicino a casa dell’americano nella zona di City Life, dove abitano diversi suoi compagni dell’Olimpia (che non commenterà l’accaduto). La polizia, tuttavia, smentisce ogni tipo di intervento e soltanto in serata il fatto viene chiarito nei dettagli. La «police» di cui parla l’americano era infatti una pattuglia di tre carabinieri che non vestivano la classica divisa con cui siamo abituati a vederli sulle nostre strade, ma la tota blu che si indossa durante le azioni di ordine pubblico. I militari, appartenenti alla Ciò, la Compagnia di intervento operativo, un Reparto mobile in supporto ai colleghi di quartiere, erano impegnati in uno dei cosiddetti «pattuglioni», i servizi di controllo del territorio che alternano posti di blocco all’esame dei singoli passanti. Dopo avere fermato altri cittadini, alle 15.30 i militari hanno incrociato James con i suoi amici inviale Berengario, a pochi passi dall’abitazione del giocatore, e hanno chiesto loro i documenti. I tre si sono inizialmente rifiutati, particolarmente risentiti dalla presenza delle armi troppo in vista e volutamente «esibite». In realtà, due militari non hanno impugnato alcuna arma e il terzo aveva a tracolla la classica M12, la pistola mitragliatrice calibro 9 x 19, nei modi contemplati dal regolamento. I carabinieri, completato il controllo, non hanno adottato provvedimenti né comunicato anomalie in Centrale. Dopo alcuni minuti, James e i suoi amici hanno accettato di mostrare i passaporti e hanno potuto proseguire per la loro strada verso casa dove il giocatore, prima di continuare la vigilia della partita di oggi al Forum tra Milano e Trento, ha deciso di denunciare l’accaduto attraverso il web.